by Sergio Segio | 20 Gennaio 2014 8:04
LONDRA — Minaccia di continuare a crescere l’ondata populista e xenofoba che attraversa l’Europa sullo sfondo di crisi economica e immigrazione. Secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano Independent di Londra, il partito anti-europeo britannico Ukip è attualmente «il più popolare» tra gli elettori del Regno Unito, superando per la prima volta tutti gli altri. L’Ukip ottiene nel sondaggio il 27 per cento dei favori, seguito dal Labour con il 26, dai conservatori con il 25 e dal partito liberaldemocratico
con il 14. Un risultato che prospetta l’ipotesi di una vittoria del partito indipendentista alle elezioni europee del maggio prossimo, imbarazzando gravemente i Tory del primo ministro David Cameron, a loro volta pervasi da sempre più forti sentimenti anti-europei e contro gli stranieri. Anche se un clamoroso attacco contro i gay da parte di un consigliere comunale dell’Ukip sottolinea ancora una volta l’estremismo dei suoi membri.
L’Ukip, che si batte per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea e per chiudere le porte agli immigrati, ha al momento 9 deputati al Parlamento europeo di Strasburgo sui 73 in totale del Regno Unito. Non ha mai avuto un parlamentare alla Camera dei Comuni a Londra, ma alle elezioni regionali dello scorso anno ha ottenuto sorprendentemente un quarto dei voti, registrando il più forte aumento mai realizzato da un partito politico britannico da un’elezione all’altra. La
sua avanzata riflette un movimento assai più ampio in tutta Europa di partiti con diverse gradazioni di populismo, xenofobia e dissenso verso la Ue, che ha portato a risultati altrettanto inaspettati in Olanda, Francia, Italia, Grecia e altri paesi. Un problema sottolineato da una recente copertina del settimanale Economist sul pericolo rappresentato dai Tea Party europei, variante del Tea Party che ha spostato a destra l’asse della politica americana.
Nel sondaggio sull’Independent, il leader dell’Ukip, Nigel Farage, risulta il secondo politico più popolare del regno con il 22 per cento dei consensi, alle spalle di Cameron con il 27 ma davanti al laburista Ed Miliband al 18. Richiesti di un’intenzione di voto se si andasse domani alle urne per il Parlamento britannico (anziché per le Europee), gli interpellati assegnano al Labour il 35, ai Tory il 30, ai lib-dem l’8, ma l’Ukip ottiene comunque un 19 per cento che mette in dubbio una maggioranza assoluta per uno dei due maggiori partiti e prospetta l’eventualità di un altro governo di coalizione come quello attuale, in cui i conservatori hanno dovuto allearsi con i liberaldemocratici. Non è escluso che i libdem possano allearsi con il Labour, se questo risultasse il primo partito alle legislative dell’anno prossimo.
Ma a far discutere sono anche le dichiarazioni di David Silvester, consigliere comunale dell’Ukip a Henley-on-Thames, il quale ha detto che le recenti alluvioni in Inghilterra sono un «castigo divino» per l’approvazione del matrimonio gay da parte del parlamento britannico: «Le sacre scritture affermano chiaramente che quando una nazione cristiana agisce contrariamente al Vangelo verrà colpita da disastri naturali».
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