Garibaldi, Pertini e no euro: il controdiscorso di Grillo
MILANO — Un luogo dimesso, come sfondo un busto che lo rappresenta come Giuseppe Garibaldi in jeans, accanto una fotografia di trent’anni fa — lui, il capo dello Stato Sandro Pertini e Antonio Ricci —, è lo scenario per il fuoco di fila del suo discorso di fine anno, iniziato in difesa, forse per la prima volta da quando i Cinque Stelle sono in Parlamento. Beppe Grillo chiude così il 2013 con un intervento di diciassette minuti che ha mandato in tilt il blog (e che ieri ha fatto registrare oltre quattromila commenti su YouTube ), ribattendo alle critiche di inoperosità rivolte al Movimento, elencando i traguardi raggiunti: «In un anno non ci sono più i partiti; Berlusconi, se non era per noi e per il voto palese, sarebbe ancora senatore; abbiamo salvato l’articolo 138 della Costituzione», «ci siamo ridotti lo stipendio» e «abbiamo rinunciato a 42 milioni di euro» di rimborsi elettorali. «Sono queste le prove che dovete cercare nelle persone: l’onestà e la coerenza», dice il leader. Non mancano poi gli strali contro gli avversari di sempre: in primo luogo il Partito democratico e il governo Letta, ma anche Giorgio Napolitano. Per attaccare indirettamente il capo dello Stato, Grillo ricorda anche la mancata elezione di Stefano Rodotà, sostenuto dai Cinque Stelle per la corsa al Colle (e poi bollato sul blog come «un ottuagenario miracolato dalla Rete»): «Non l’ha votato la sinistra, non era comprabile uno così».
Nel mirino anche le voci di un sostegno dei pentastellati al Porcellum — «Abbiamo approvato la mozione Giachetti, mentre il Pd ha votato contro» — e i tempi della Consulta per pronunciarsi sulla vecchia legge elettorale. «Sono stati eletti tutti in modo illegale», sostiene il capo politico dei Cinque Stelle. E propone di «andare alle elezioni subito con il vecchio Mattarellum». Proprio la riforma della legge elettorale è uno dei temi che terranno banco nell’agenda del Movimento nei prossimi mesi e che saranno dibattuti a lungo sul blog, con una serie di interventi volti a spiegare ai militanti i diversi sistemi per poi decidere la linea con una votazione online. In realtà, i parlamentari sono indirizzati verso «un sistema proporzionale fortemente corretto che combina alcune caratteristiche del modello spagnolo (sull’ampiezza delle circoscrizioni, ndr ) con altre del modello svizzero (sulle preferenze, ndr )».
Altro tema caldo, che dominerà la prima parte del 2014 dei Cinque Stelle, sono le Europee. «Dobbiamo proseguire il nostro cammino, che è difficile, andremo in Europa, vinceremo e da lì cambieremo la politica italiana», assicura Grillo. E nel prossimo mese verranno scelti i criteri per le nuove Parlamentarie: rumors indicano un percorso di selezione più restrittivo. Il leader ricorda i punti lanciati durante l’ultimo V-Day: no al fiscal compact, sì al riposizionamento dell’Italia in Europa («faremo un referendum sull’euro se sarà necessario») sì alla creazione di «un euro a due velocità». Ma soprattutto, il tasto su cui batte il leader è quello delle piccole e medie imprese. A loro si rivolge ricordando il fondo per finanziarle, creato con i soldi restituiti delle diarie. A loro strizza l’occhio quando cita «l’abolizione dell’Irap e la detassazione degli utili reinvestiti in azienda». I parlamentari si stanno già muovendo su questo terreno e nei prossimi mesi daranno vita a una serie di incontri con le associazioni di categoria, cercando di instaurare un dialogo diretto con la base. Ma non solo. Deputati e senatori, prima della campagna elettorale, a metà marzo, saranno in prima linea a Milano per una manifestazione su Expo. Intanto, ieri sul blog è apparsa la prima provocazione del 2014: Thamsanqa Jantljie, il falso interprete nella lingua dei sordi ai funerali di Nelson Mandela, «è l’uomo dell’anno». «Tutto quello che vedete è falso o forse vero, ma non importa ormai a nessuno. La vita è diventata pura scenografia — spiega Grillo —. Per questo Thamsanqa merita il titolo».
Emanuele Buzzi
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