Europee, il piano di Grillo per selezionare i fedelissimi

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MILANO — Cantiere aperto nel Movimento nel 2014, al varo le nuove Parlamentarie. Obiettivo dichiarato: le Europee di maggio. Un punto d’arrivo a cui i Cinque Stelle mirano per bissare possibilmente il successo elettorale dello scorso anno, senza però ripeterne gli errori. Sul banco degli imputati sono finiti in primis i criteri di selezione dei parlamentari (un minuto di presentazione web e curricula erano gli elementi cardine), che non hanno soddisfatto nessuno. Nonostante siano convinti fosse una buona idea sperimentale, perfettamente in linea sul piano teorico con gli ideali di uguaglianza pentastellati, strateghi e fedelissimi vedono le Parlamentarie 2012 come il tallone d’Achille che ha permesso di imbarcare troppi dissidenti a Roma. La base ne ha più volte evidenziato i limiti su carenza di rappresentatività per chi si muove da attivista doc e non salta banchetti o altri eventi. Da mesi si sta studiando un correttivo, un modo per mettere in lista candidati «Cinque Stelle doc» per Bruxelles.
Secondo indiscrezioni, sembra stia guadagnando terreno l’idea di un sistema a doppio turno: il primo su base regionale, il secondo, invece, riguarderebbe la circoscrizione di appartenenza. Questo sistema, in pratica, fungerebbe da filtro selezionatore, permettendo di far convergere le preferenze nel ballottaggio verso i militanti più apprezzati e riducendo i rischi di «meteore del Movimento». Un secondo motivo che spinge a una doppia scrematura è il fatto che il numero di candidati per le Europee sarà drasticamente inferiore rispetto alle centinaia di persone in lista alle Politiche: poche decine in tutta Italia.
«Quello che serve è una soluzione di buon senso e questa lo è» ammette un pentastellato. Si tratta di un’idea che «molti auspicherebbero», ma che tuttavia non ha ancora convinto del tutto. Alcuni vedono un vantaggio per chi proviene da bacini elettorali più grandi, altri temono che un doppio turno possa rivelarsi un boomerang che alimenti divisioni. Tutte ipotesi per ora. Quello che è certo è che a maggio si voterà con le preferenze e che questo sistema può presentare sorprese anche per chi sarà candidato in lista. L’esempio da tenere a mente è quello del deputato Alessio Tacconi, eletto (con le preferenze) nella circoscrizione estero. Dodicesimo classificato alle Parlamentarie con 22 voti, Tacconi fece campagna elettorale con altri candidati in modo autonomo inviando 500 mila lettere/volantino agli elettori. Risultato? Dodicimila preferenze alle urne e seggio a Montecitorio, con annesse polemiche tra gli altri candidati surclassati in termini di voti.
Intanto, ieri è stato eletto il nuovo capogruppo al Senato: è Maurizio Santangelo, che con 26 preferenze ha superato lo sfidante Maurizio Romani, più vicino agli «aperturisti», fermo a 23 voti.
Emanuele Buzzi


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