Emorragia cerebrale Ansia per Bersani operato d’urgenza

by Sergio Segio | 6 Gennaio 2014 8:40

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PARMA — Un anno fa nevicava, era una domenica di gennaio e il vento dell’alta Val Nure spazzava la piazzetta di Bettola strapazzando quello striscione messo lì da mani amiche con passione da ultrà: «Bersani premier». Un anno fa, Pier Luigi Bersani, 63 anni, emiliano di razza e politico di lungo corso, segretario pd con vista su Palazzo Chigi dopo aver battuto alle primarie l’astro nascente Matteo Renzi, posava per i fotografi nella piazzetta del paese piacentino assieme a Lucianino, Sandrino, Camillo e Fausto, gli amici di sempre, quelli della trattoria «Agnello» dove, se ti distrai un attimo, c’è sempre qualcuno pronto a farti fuori il frizzantino. Anche ieri era domenica. E anche ieri, alla trattoria «Agnello», Pier Luigi era atteso con la sua famiglia (la moglie Daniela, le figlie Elisa e Margherita, il fratello Mauro, in tutto una decina): «La grande tavolata era pronta — racconta il titolare Vittorio Marchini, un’infanzia condivisa con l’ex segretario pd — poi è arrivata quella telefonata…». Era il cognato Stefano, poche parole trafelate: «Pier Luigi si è sentito male, stiamo correndo all’ospedale…». Prima a quello di Piacenza. Poi a Parma, nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale Maggiore, una delle eccellenze della sanità emiliana e non solo.
La domenica di Bersani è sbandata così, all’improvviso, poco prima di mezzogiorno, mentre si trovava nella sua abitazione piacentina. Un dolore acuto alla testa, lancinante. Un senso di stordimento. Vampate di nausea. «Daniela, non sto bene…». Sulla diagnosi, dopo la prima Tac, non sembrano esserci dubbi: emorragia cerebrale. I medici sono cauti, la situazione è delicata e solo oggi si potrà valutare a pieno l’entità dell’emorragia. Ieri, a metà pomeriggio, «individuata con un’analisi angiografica la causa dell’emorragia», l’ex segretario dei Democratici è stato sottoposto a un intervento chirurgico di 4 ore da parte dell’equipe di neurochirurgia guidata dal primario Ermanno Giombelli. Il bollettino diramato alle 23 parla di «operazione conclusa positivamente: le condizioni del paziente, che resta in prognosi riservata, sono stabili, saranno decisive le prossime 48-72 ore». Confortante, stando alle fonti sanitarie, è il fatto che Bersani non abbia perso conoscenza. «È sempre rimasto vigile — hanno raccontato gli amici —, in grado di fornire ai familiari e ai medici indicazioni importanti».
L’altra buona notizia è invece arrivata da Vasco Errani, presidente della giunta emiliano romagnola, ma soprattutto grande amico di Bersani, al di là della politica. Arrivato in ospedale appena saputo del malore, il governatore pd, mentre si moltiplicavano auguri e incoraggiamenti da parte di amici e avversari, ha seguito assieme alla moglie Daniela e ai parenti più stretti le prime visite e, pur non nascondendo «preoccupazione», ha affermato: «Da quello che è emerso finora dagli esami, non ci sono danni cerebrali. Vedremo le prossime ore, Pier è sempre stato un combattente». Una notte lunga per l’ex segretario. Ma anche per i centralini dell’ospedale Maggiore, presi d’assalto da centinaia di persone che hanno chiesto notizie e fatto auguri. Altrettanto sulla Rete, dove la base pd ha messo in scena cori da stadio («Forza Bersa!») per il suo ex leader.
Oggi potrebbe essere una giornata decisiva. Il segretario Renzi, intenzionato in un primo tempo a venire a Parma, ha preferito attendere l’esito dell’intervento e non è escluso un suo arrivo oggi. In contatto per tutta la giornata con l’ospedale e i familiari, il presidente Giorgio Napolitano, il capo del governo Enrico Letta («Trepidazione e vicinanza per l’amico Pier Luigi») e il due volte ex premier Romano Prodi, di cui Bersani fu il ministro delle lenzuolate.
Francesco Alberti

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