Cellule e modelli matematici: le alternative alla vivisezione

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Dopo aver lavorato nell’industria farmaceutica oggi il docente tedesco dirige il Center for alternative to animal testing ed è uno dei personaggi più impegnati nello studio di sistemi diversi. Quando parla di dolore inutile Leist si riferisce in particolare ai test su farmaci per le neurodegenerazioni, Parkinson e Alzheimer in testa, malattie che vengono indotte nei ratti per verificare se reagiscono a certe sostanze: «I risultati non sono arrivati quindi bisognerebbe fare un passo indietro», ha affermato al convegno su «La ricerca scientifica senza animali e il nostro diritto alla salute» organizzato dai deputati della Federazione italiana delle associazioni diritti animali e ambiente, fondata dalla deputata Michela Vittoria Brambilla. È intervenuto tra gli altri Claude Reiss fisico e biologo cellulare, per 35 anni direttore del centro nazionale di ricerca francese.
Oggi si replica al Senato con un’iniziativa della Commissione Igiene e Sanità, presidente Emilia Grazia De Biasi. Verranno espresse anche le ragioni degli scienziati che ritengono il sacrificio degli animali insostituibile allo stato attuale e dunque necessario.
Il problema è stato clamorosamente imposto all’attenzione dei cittadini dalla storia di Caterina Simonsen, la ragazza colpita da deficit Alfa 1, grave malattia, che ha postato le sue foto sul web dove tra l’altro viene ritratta assieme ai suoi cani: «Amo gli animali ma senza di loro la ricerca è impossibile». In tanti le hanno scritto per ricoprirla di insulti, ma ha ricevuto altrettanti messaggi di solidarietà. Testimonianze contrarie alla sua quelle dei malati che ieri a Roma hanno dimostrato l’inutilità di tante prove sulle «creature più deboli di noi. Io come vede sono ancora in carrozzina», raccontano.
È un momento caldissimo. All’esame delle commissioni di Camera e Senato lo schema di decreto con cui il governo ha dato attuazione alla legge approvata lo scorso 3 agosto. Spostati i paletti fissati dal Parlamento per la difesa di roditori, cani, gatti e scimmie da laboratorio. La Brambilla accusa: «Stanno cercando di stravolgere il contenuto della legge. Hanno annullato gli effetti positivi di ben dieci dei nuovi principi introdotti. È stato violato l’articolo 76 della Costituzione. Ci auguriamo che venga rispettato il lavoro svolto dalle Camere e ci sia un ripensamento. La sperimentazione sugli animali è un grosso affare. Le lobby sono abituate a scrivere le leggi da sole».
Il testo del governo è cambiato a colpi di deroghe. Tra i punti non rispettati la genericità con cui rispetto al testo di partenza viene stabilito il principio di promozione dei metodi alternativi senza prevedere né sanzioni né un finanziamento adeguato (la quota prevista è 160 mila euro l’anno, il 16% della cifra totale). Secondo Brambilla lo stravolgimento più grave riguarda anestesia e analgesia obbligatori solo per studi che comportano dolore intenso e gravi lesioni classificabili come «dolore grave».
Prevede tempi lunghi per la messa a punto di vere e proprie alternative Kathryn Chapman, capo del britannico National Centre per la sostituzione e la riduzione degli animali nella ricerca. L’esperta ha partecipato ai lavori di un tavolo presso il ministero della Salute: «Per ora dobbiamo puntare a una progressiva riduzione di animali utilizzati. Credo che non sarà possibile sostituirli prima di 30 anni. In alcune aree della ricerca sono necessari perché possiedono un’alta predittività. L’impegno intanto deve essere quello di rinunciare al loro impiego quando non si ottengono informazioni scientifiche decisive».
Margherita De Bac


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