Caso De Girolamo, Pd all’attacco Interrogazione urgente in Aula

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ROMA — Nunzia De Girolamo, ministro per le Politiche agricole del Ncd, ostenta una calma olimpica: «Sono molto serena perché so come ho agito e come agisco da sempre». Intorno a lei un terremoto politico.
Il Movimento 5 Stelle è andato dal presidente del Senato a reclamare spiegazioni per la vicenda che vede il ministro De Girolamo nel mirino per via di presunte pressioni indebite sulla Asl di Benevento. Per quelle presunte pressioni tre deputati del Pd — Michele Anzaldi, Nicodemo Oliverio e Mino Taricco — hanno presentato un’interrogazione urgente affinché il ministro si spieghi in Parlamento, mentre Paolo Gentiloni, sempre del Pd, si dice pronto a chiedere le sue dimissioni e il capogruppo di Montecitorio Roberto Speranza definisce tutta la vicenda «imbarazzante».
Dal Pd anche la voce del presidente Gianni Cuperlo: «Ascolteremo con grande attenzione in Parlamento cosa il ministro avrà da dire». Ma, soprattutto, dal Partito democratico si è levata anche la voce di Francesco Boccia, marito del ministro, ieri impegnato in equilibrismo diplomatico di dichiarazioni: «Chi sbaglia paga sempre nella vita, ma chi sbaglia io lo faccio decidere alla magistratura, non lo decido io».
La magistratura sta continuando a indagare su questa vicenda e il ministro Nunzia De Girolamo non risulta iscritta nel registro degli indagati. Dichiara, serafica: «Andrò in Parlamento per difendermi dall’incivile tentativo di delegittimarmi dal punto di visto politico, parlamentare, di donna. Questa vicenda non ha precedenti nella storia d’Italia: registrazioni illegittime fatte abusivamente dentro una casa privata».
A far eco alle sue frasi ancora la voce di Francesco Boccia: «Sono state chieste le dimissioni per mia moglie? Hanno il diritto, questa è la politica. Li comprendo, li capisco, è successo molte altre volte. Ci sarà comunque un dibattito e il ministro si difenderà da sola, è in grado di farlo».
A far quadrato attorno al ministro il suo partito, il Nuovo centrodestra, a cominciare dal vicepremier Angelino Alfano — «Conosco Nunzia, sono indignato» —, passando per altri due ministri del governo, Maurizio Lupi, Infrastrutture e Trasporti, e Beatrice Lorenzin, Salute.
Dice Lupi: «A Nunzia De Girolamo abbiamo espresso tutta la nostra solidarietà. Quello che sta accadendo ha dell’incomprensibile e personalmente la ritengo una cosa vergognosa». Concorda con Lupi il ministro Lorenzin e rilancia: «Mi sembra un caso di strumentalizzazione politica basato su intercettazioni abusive» che non hanno alcuna rilevanza penale e che «sono state fatte quando Nunzia De Girolamo, che non è indagata, non era ancora ministro».
Anche Maurizio Sacconi, presidente dei senatori del Ncd, definisce la vicenda «un’assurda montatura» ed esprime solidarietà al ministro per le Politiche agricole. Lei, il ministro nella bufera, non si smuove dalla sua calma: «Ho riletto più volte l’articolo del quotidiano da cui è partito tutto lo scandalo ma continuo a non capire. Si parla di controlli in un bar, dei Nas, che non dipendono dalla Asl e tantomeno da me». Nella vicenda si parla di controlli pilotati al bar della Asl da parte del ministro De Girolamo per favorire così la licenza di un suo zio. Ma il ministro cade dalle nuvole: «Mio zio è amministratore di quel bar della Asl da trent’anni e lo è diventato semplicemente perché aveva fatto l’offerta migliore».
In serata i giovani del Ncd si sono stretti attorno al loro ministro e hanno fatto una nota per difendere Nunzia De Girolamo e tracciare un identikit dei suoi accusatori: «Due inquisiti che hanno un solo obiettivo, attaccare per difendersi».
Intanto non è ancora stata fissata una data per l’audizione del ministro nelle due Camere del Parlamento. Probabilmente a Montecitorio verrà calendarizzata l’interrogazione del Pd, mentre Boccia rilancia: «Dell’etica e della responsabilità ho fatto la mia ragione di vita. Sull’etica della responsabilità invito tutti nel nostro mondo a farsi un esame serio di coscienza. Io appartengo a quella scuola antica molto rigorosa. Rigorosa con tutti: con chi è accanto e con chi è di fronte».
Alessandra Arachi


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