Cina: si è dimesso il capo delle riserve valutarie

by Sergio Segio | 30 Gennaio 2014 10:47

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È sopran­no­mi­nato «l’uomo invi­si­bile» per­ché non ha mai rila­sciato un’intervista e di lui si hanno solo due foto pub­bli­che: una lo ritrar­rebbe da stu­dente e un’altra quando è tor­nato in Cina dopo gli studi ame­ri­cani. Zhu Chan­ghong respon­sa­bile degli inve­sti­menti per la State Admi­ni­stra­tion of Foreign Exchange, la divi­sione della Banca cen­trale cinese che gesti­sce 3,800 miliardi di dol­lari di riserve in valuta estera, avrebbe annun­ciato le sue dimissioni.

Nei giorni scorsi la noti­zia è tra­pe­lata tra i no com­ment degli uomini della Safe; ieri invece qual­cuno ha par­lato, soste­nendo che le dimis­sioni arri­ve­ranno alla fine del mese e risul­te­reb­bero con­cor­date. Non solo, per­ché dagli ambienti finan­ziari cinesi, la scorsa set­ti­mana era arri­vata la noti­zia del ritiro a 60 anni di Gao Xiqing, pre­si­dente del Cic, il fondo sovrano cinese. Si tratta di due scos­soni cla­mo­rosi nel mondo finan­zia­rio nazio­nale; per­so­naggi poco cono­sciuti in occi­dente, ma in grado di gestire fette impor­tanti di potere economico.

È deci­sa­mente pre­sto per dire cosa potrà suc­ce­dere, ma alcune indi­ca­zioni rispetto a pre­ce­denti deci­sioni e poten­ziali suc­ces­sori, per­met­tono alcune prime ana­lisi. Par­tendo da Zhu Chan­go­chong, 44 anni, lau­reato in fisica presso l’Università di Chi­cago, era stato pre­scelto dalla classe poli­tica cinese dopo la sua espe­rienza alla Bank of Ame­rica prima di entrare alla Pimco (il più grande fondo obbli­ga­zio­na­rio cinese) nel 1999. Il suo ruolo all’interno della Safe è stato rile­vante: sotto la sua guida «l’agenzia si è allon­ta­nata dal dol­laro sta­tu­ni­tense — ha scritto il Finan­cial Times — verso una più ampia gamma di valute, allon­ta­nan­dosi dai titoli di Stato Usa, che domi­na­vano il por­ta­fo­glio, inve­stendo di più nel debito socie­ta­rio, nel pri­vate equity e nel set­tore immobiliare».

In que­sto modo la por­zione di asset in dol­lari delle riserve della Cina, secondo un’analisi dei dati effet­tuata dal Dipar­ti­mento del tesoro Usa «è scesa al 49 per cento a par­tire dalla fine di giu­gno 2012 dal 69 per cento di tre anni prima, pre­ce­den­te­mente al suo arrivo». Secondo gli ana­li­sti locali Zhu avrebbe finito per porre in secondo piano le atti­vità del fondo sovrano China Invest­ment Corp. Sul rap­porto tra le due agen­zie si devono essere gio­cati scon­tri infuo­cati, per­ché la banca cen­trale di Pechino, avrebbe sem­pre pre­fe­rito l’agenzia Safe, in quanto non sotto il diretto con­trollo del governo.

In parole povere signi­fica che nel tempo il grosso delle riserve era finito nella mani di Zhu, che per que­sto si è sem­pre mosso in modo molto deter­mi­nato. Sul fronte del Cic, invece, la posi­zione di Gao Xiqing, sarà rile­vata da Li Keping: 57 anni, entrato nel Cic nel 2011, dopo essere stato vice pre­si­dente del fondo pen­sioni più impor­tante della Cina, il Natio­nal Coun­cil for the Social Secu­rity Fund. Sco­no­sciuto all’estero, era inca­ri­cato degli inve­sti­menti stra­nieri del fondo di sicu­rezza sociale.

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