De Girolamo, Letta prende l’interim A Benevento l’ex ministro ora è indagato

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ROMA — Il premier Enrico Letta accetta le dimissioni di Nunzia De Girolamo e assume l’interim del ministero per le Politiche agricole. Una decisione inevitabile visto che l’ex ministro dell’Agricoltura è stata formalmente indagata nell’inchiesta sulla Asl di Benevento. E sotto inchiesta con nuove contestazioni sono finiti anche i suoi «fedelissimi», primo fra tutti il direttore generale della struttura sanitaria Michele Rossi per turbativa d’asta relativamente all’assegnazione degli appalti. Matteo Renzi non ne vuole parlare. E a quanti gli domandano se il gesto dell’ormai ex ministro favorisca un rimpasto, magari per consentire ai uno dei suoi di occupare la poltrona appena lasciata libera replica secco: «Non partecipiamo a discussioni da Prima Repubblica, noi siamo diversi». Ma aggiunge: «Massimo rispetto per lei. In Italia le dimissioni sono un gesto che non fanno in tanti».
Intanto gli amici del Nuovo centrodestra dicono di averla difesa fino in fondo e continuano a riconoscerle il merito di avere compiuto un atto di grande dignità. Non solo. Affermano con sicurezza che De Girolamo non lascerà il partito per ritornare in Forza Italia. Ne è convinto il presidente del Ncd, Renato Schifani («Escludo ogni ipotesi al riguardo») e anche il responsabile nazionale dei circoli, Giuseppe Scopelliti, è dello stesso parere: «Nunzia è una grande risorsa e sarà sicuramente impegnata all’interno del partito con un ruolo di prestigio che si andrà a ritagliare». Che il suo futuro sia quello di restare nel Nuovo centrodestra è opinione anche del capo dei senatori berlusconiani, Paolo Romani. «Non credo — dice — che andare e venire, le porte girevoli, in politica abbiano mai dato un contributo alla chiarezza e alla trasparenza». E la fidanzata di Silvio Berlusconi, Francesca Pascale, lascia trapelare la sua contrarietà a un ritorno dell’ex ministro perché De Girolamo avrebbe lasciato Forza Italia e il Cavaliere per il suo interesse personale piuttosto che per il bene del Paese.
Il problema che alcuni si pongono è che effetti avranno le dimissioni. Avvieranno un chiarimento visto che si sta discutendo di un nuovo patto di coalizione? Ci sarà una crisi di governo? «È paradossale — dice la forzista Michaela Biancofiore — che gesti di grande dignità vengano da singoli ministri e non da chi ha fallito su tutta la linea ovvero Letta». Non nascondono un certa soddisfazione alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle. «Si è dimessa — dicono — pur di non affrontare in Aula la mozione di sfiducia. Il governo Letta è la Waterloo di Napolitano, vero padre del governo dell’inciucio», scrivono in una nota. Del resto, aggiungono i deputati del movimento, «in pochi mesi si sono dovuti dimettere due ministri — De Girolamo e Idem — e altri due ministri — Cancellieri e Alfano — sono rimasti coinvolti rispettivamente nello scandalo Ligresti e nel caso Shalabayeva». Soddisfatto anche il deputato di Sel Franco Bordo perché, sostiene, quelle dimissioni «sono una buona notizia: da quando si è insediata più che partecipazioni a fiere agricole e apparizioni mediatiche alla frontiera del Brennero non abbiamo visto atti concreti per risolvere i problemi dell’agricoltura nazionale». Ed è appunto al futuro del dicastero che guarda il segretario leghista Matteo Salvini nella speranza che nessuno occupi più quella poltrona. Il progetto che ha in mente è che «siano le Regioni a gestirsi le Politiche agricole, indipendenti da Roma e da Bruxelles, visto che dopo Zaia c’è stato il nulla».
R. R.


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