Bambini in cella, riforma fallita «Cancellieri salvi i 50 piccoli prigionieri»

by Sergio Segio | 23 Gennaio 2014 15:11

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ROMA – Detenuti senza colpa. Cinquanta bambini dietro le sbarre in Italia, un’età media inferiore ai tre anni. Condannati a scontare la pena delle loro madri. E a Roma, nel carcere di Rebibbia si contano 20 minori costretti a vivere la loro infanzia in totale restrizione di libertà. Numeri impietosi che, dopo il caso di Cocò (un bimbo di Corigliano Calabro di soli tre anni, che dopo aver trascorso grossa parte della sua vita in carcere con la mamma, è stato ritrovato morto carbonizzato insieme al cadavere del nonno affidatario) riaccendono il dibattito sull’istituzione degli Icam in Italia.

CUSTODIA ATTENUATA – Questi istituti di custodia attenuata per le madri, previsti dalla legge 62 del 2011, sarebbero dovuti nascere entro il 1° gennaio 2014 – come aveva sottolineato già lo scorso agosto un’inchiesta di [1]Corriere.it [2]– , ma finora le uniche strutture in Italia sono quelle di Milano e Venezia. Gli istituti permetterebbero alle madri di tenere con sé in un «ambiente protetto» i bambini fino a 6 anni. «Nessun bambino deve varcare più le soglie del carcere, il ministro Cancellieri deve dire parole chiare sull’applicazione della legge che istituisce le case famiglie, entrata in vigore a inizio anno e totalmente inattuata» ha sottolineato martedì 21 la senatrice Monica Cirinnà , intervenendo nel corso del dibattito sull’informativa del ministro della Giustizia.

«EMERGENZA UMANITARIA» – «La storia di Cocò è la lampante dimostrazione che quella dei bambini detenuti è una vera e propria emergenza umanitaria sulla quale, da mesi, il ministro Cancellieri non dà risposte né in commissione Giustizia, né in Senato» spiega Cirinnà. Il 28 novembre scorso il Senato all’unanimità aveva approvato la mozione sui diritti dell’infanzia che sottolineava la necessità di tutela dei minori. Uno dei punti cardine prevedeva, per le detenute madri, strutture extracarcerarie adeguate alle esigenze dei piccoli. Lo stesso ministro Cancellieri a luglio dell’anno scorso, dopo aver visitato l’istituto di Venezia, aveva dichiarato: «E’ una struttura che funziona molto bene».

LA SITUAZIONE NEL LAZIO – L’assessore regionale alle pari opportunità, autonomie locali e sicurezza, Concettina Ciminiello, si era impegnata per la realizzazione di una struttura a Roma[3] incassando l’appoggio anche di Isabella Rauti, attuale consigliere del Ministro dell’Interno per il contrasto alla violenza di genere e al femminicidio e da sempre in prima linea per la costruzione di una simile struttura in regione.

SBLOCCO DEI FONDI – In Italia circa 50 bambini vivono in carcere con le madri. Si tratta in maggioranza di figli di donne straniere. «Non vorrei che fosse questa l’inconfessabile ragione per cui non si interviene in maniera pronta e incisiva per l’applicazione di una legge in vigore – prosegue la senatrice Cirinnà -. La legge 62 prevede la costruzione delle case protette senza spese per l’amministrazione pubblica, ma al tempo stesso prevede corposi finanziamenti per la realizzazione di nuovi Icam. Mi domando perché il governo abbia respinto l’emendamento del Pd che stornava una parte di questi fondi, per altro a oggi inutilizzati, per destinarli all’apertura di case-famiglia».

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Endnotes:
  1. sarebbero dovuti nascere entro il 1° gennaio 2014 – come aveva sottolineato già lo scorso agosto un’inchiesta di : http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_agosto_6/carceri-bambini-rebibbia-nuovo-decreto-2222498432227.shtm
  2. Corriere.it : http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_agosto_6/carceri-bambini-rebibbia-nuovo-decreto-2222498432227.shtm
  3. Concettina Ciminiello, si era impegnata per la realizzazione di una struttura a Roma: http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_agosto_6/carceri-bambini-rebibbia-nuovo-decreto-2222498432227.shtm

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2014/01/2014-01-23-15-13-04/