Dall’Unità a Youdem, la stampa di partito all’opposizione

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ROMA — Dall’avvento di Matteo Renzi alla guida del Pd c’è un’anomalia che accompagna gli organi d’informazione vicini al partito: succede che in gran parte non appaiono in linea con il segretario.
Non fa velo, ad esempio, che a dirigere Youdem , la web tv del partito, c’è una bersaniana di ferro come Chiara Geloni. Non è un mistero, poi, che l’editore di riferimento dell’Unità , Matteo Fago, prima delle primarie del Pd fece una dichiarazione chiara e netta: «Non voterò Matteo Renzi». Eppure il segretario non sembra curarsi della questione. Non ancora, perlomeno.
Mentre Europa condivide per lo più la sua linea, per il momento Renzi non si è occupato di cambiare qualcosa dentro Youdem . Racconta Chiara Geloni: «Io sto dirigendo la televisione con un contratto scaduto, un contratto in proroga: avevo concordato con Epifani di rimanere fino alle primarie. Sto andando avanti in attesa di una sostituzione. Faccio la riunione tutti i giorni e tutti i giorni do indicazioni ai nove giornalisti che lavorano a Youdem , ma da tempo ho chiesto a Renzi un incontro».
Chissà, probabilmente il segretario non ha trovato il tempo per decidere di sostituire un direttore di una televisione o di modificare l’assetto societario di un quotidiano che da quando Renzi ha preso le redini del Partito democratico non gli ha risparmiato critiche, soprattutto in prima pagina.
È di quattro giorni fa l’editoriale di Claudio Sardo, l’ultimo direttore del giornale prima dell’attuale, Luca Landò, dal titolo eloquente: «Il fratello del Porcellum». E un attacco del pezzo altrettanto sferzante: «Altro che sistema spagnolo. Da queste convulse trattative sembra venir fuori una fotocopia del Porcellum…». Ed è di ieri l’articolo di Nadia Urbinati che contesta la riforma del Senato annunciata da Matteo Renzi. Un occhiello su sfondo colorato: «La polemica» e sotto un titolo non certo morbido: «La democrazia non si taglia». Nelle prime righe che partono dalla prima pagina Nadia Urbinati non dimentica di polemizzare anche per la «profonda sintonia» di Renzi con l’ex senatore Berlusconi.
Luca Landò, direttore del quotidiano fondato da Antonio Gramsci (nel 1924) rivendica l’autonomia dell’Unità . Dice: «Da quando siamo tornati in edicola nel 2001 con i finanziamenti di editori privati abbiamo sempre agito con autonomia. Ricordo quando ci fu il G8 di Genova nel 2001, il giornale prese una posizione netta in favore degli studenti, che non era quella del partito». Vero.
Anche l’Unità di Furio Colombo (Piero Fassino segretario) marcò più volte l’autonomia del partito coniando la parola «regime» riferendosi al governo di Berlusconi. Ma l’anomalia, questa volta, è che gli attacchi del quotidiano sono spesso diretti al cuore del proprio partito, ovvero il segretario. Luca Landò non si scompone: «La nostra impostazione è questa: il Pd ha tante anime e ne ha così tante che alla fine confondono il povero elettore. Dunque pensiamo che non ci sia niente di meglio che offrire il quotidiano come luogo di discussione. Come succederà ad esempio sul giornale che domani andrà in edicola». Sull’Unità di oggi infatti ci sarà una critica firmata da Gianfranco Pasquino e un articolo a favore, del costituzionalista Francesco Clementi. Chiosa il direttore: «Non è colpa mia se il clima che viviamo è questo. Volenti o nolenti siamo infatti in un clima da primarie perenne».
Alessandra Arachi


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