La causa si è persa

Loading

Svol­tasi presso la sede nazio­nale del Pd con un signore recen­te­mente con­dan­nato in via defi­ni­tiva e pros­simo a scon­tare un anno di pena. E ben poco con­tano le rispo­ste ai cri­tici — buone maniere a parte — in quanto rei della stessa colpa. È vero. La subal­ter­nità al ber­lu­sco­ni­smo è una pato­lo­gia antica e inquie­tante. La fuga dei gruppi diri­genti dalla neces­sità di appli­care ade­gua­ta­mente già nel 1994 la nor­ma­tiva sulle ine­leg­gi­bi­lità fu il sin­tomo pre­oc­cu­pante della malat­tia, diven­tata sta­bile e infet­tiva nell’elusione del grumo del con­flitto di inte­ressi. Il non aver avuto il corag­gio di met­tere mano secondo lo stato di diritto al trust tele­vi­sivo diven­tato impero poli­tico è una delle cause deci­sive per capire ciò che accade oggi. Per com­pren­dere quanto l’humus si sia omo­lo­gato: decli­nando le diverse sfu­ma­ture di ber­lu­sco­ni­smo che hanno sus­sulto anche buona parte delle posta­zioni dell’ex sinistra.

Incre­di­bile ma vero. Come nel giro dell’oca si è ripiom­bati a vent’anni fa. A meno che Renzi non pensi di tor­nare a Water­loo per vin­cere, a dispetto di chi ha perso. Forse la feno­me­no­lo­gia del tycoon di Arcore andrebbe ana­liz­zata con stru­menti diversi rispetto alla clas­sica pola­rità dia­let­tica di media e politica.

C’è qual­cosa di pro­fondo che attiene alla cul­tura di massa e alla debo­lezza morale di uno stato mai dive­nuto pie­na­mente nazione. Spunti si tro­vano nell’ inte­res­sante volume di Orsina sul ber­lu­sco­ni­smo nella sto­ria ita­liana (2013) o nelle recenti ana­lisi di Carlo For­menti (2013) sulla para­bola post-democratica.

Del resto, la Sto­ria si incarna sem­pre in qual­cuno, non neces­sa­ria­mente buono e vir­tuoso. Anzi. Però, se è così, diventa insop­por­ta­bile che i temi cru­ciali del con­flitto di inte­ressi e della tele­vi­sione non entrino nel vasto capi­tolo delle riforme isti­tu­zio­nali. I rischi di inco­sti­tu­zio­na­lità del pro­getto avan­zato da Mat­teo Renzi si mol­ti­pli­cano a dismi­sura se non si tocca il core busi­ness del potere con­tem­po­ra­neo, quello della società dell’ informazione.

Detto in altre parole: accanto ai mec­ca­ni­smi elet­to­rali è essen­ziale rimet­tere ordine nella scon­quas­sata sovrap­po­si­zione di ruoli nella vita pub­blica. La prova ele­men­tare di simile urgenza sta nella ripro­po­si­zione, come se niente fosse, della prima scena del primo atto (Ber­lu­sconi die­tro la scri­va­nia) dell’eterna tra­ge­dia. C’è poco da can­tare vit­to­ria. Così facendo si lede l’edificio demo­cra­tico e si eli­mina la pos­si­bi­lità di spe­rare in un’alternativa. Qual­cuno, per­sino auto­re­vole, sostiene che con­ti­nuare a par­lare di riforma della comu­ni­ca­zione e di con­flitto di inte­ressi è una causa persa. Si legga — auto­re­vo­lezza per auto­re­vo­lezza — quanto scrive In difesa delle cause perse (2013) Sla­voy Zizek: «La nostra difesa delle Cause perse non si pro­pone un gioco deco­strut­tivo… al con­tra­rio… di assu­mere corag­gio­sa­mente la piena rea­liz­za­zione della Causa…». E sì, per­ché l’illusione di vin­cere per­dendo è la peg­giore delle Cause perse.


Related Articles

Monti: l’articolo 18 scoraggia gli investimenti

Loading

«Possibile che lo si tocchi già  entro fine marzo». E sulla maggioranza: ampia ma evanescente

È il giorno dello Ior Scelta tra due candidati

Loading

ROMA — Un cinquantenne tedesco, membro dei Cavalieri di Malta, alla guida dello Ior?
Oggi dovrebbe essere il giorno della «rivoluzione» alla cosiddetta Banca vaticana. Si riunisce il rinnovato consiglio di sovrintendenza, cioè, il board, il consiglio di amministrazione, e poi sarà  la volta della Commissione cardinalizia di sorveglianza che formalizzerà  la nomina del nuovo presidente.

LA TRANSIZIONE ITALIANA E LE TENSIONI IN VATICANO

Loading

Ruoli invertiti nei primi «Patti Lateranensi» post Berlusconi Chiesa in una fase agitata, il governo sperimenta la concordia

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment