by Sergio Segio | 20 Gennaio 2014 13:54
Spiega: “Quello spagnolo è un sistema proporzionale, con piccoli collegi, non un sistema maggioritario. Da noi aggiungiamo un premio di governabilità e una soglia di sbarramento all’ingresso. È un sistema ‘spagnoleggiante’, ancora in via di definizione, ma per ciò che è emerso fino ad ora ha come limite che non fa scegliere ai cittadini chi mandare in Parlamento”.
Un altro Porcellum?
Un porcellinum. Con liste più corte e un maggior numero di collegi, 118. Non so se riuscirà a garantire una governabilità. Peraltro ancora non sappiamo se il premio di maggioranza aggiungerà cinquanta, ottanta o novanta seggi alla coalizione vincente. Quel che è certo è che lascerà all’elettore solo la possibilità di decidere “contro chi” votare, non chi mandare in Parlamento.
Le liste corte non sono state cancellate dalla sentenza della Consulta…
Le liste corte no, ma se poi alle liste aggiungi ancora un premio di maggioranza, semmai non ripartito sul singolo collegio, allora il problema si pone…
La Corte segnala la necessità di prevedere un tetto entro cui far scattare l’eventuale premio di maggioranza…
Sì. Ho visto che l’ipotesi attuale è che scatti una volta superato il 35%. Mi pare un po’ poco.
Ma perchè, anche dopo la sentenza della Consulta, i partiti dovrebbero riproporre un sistema che li espone a nuove bocciature?
Ma perchè per i partiti scegliere per intero i gruppi parlamentari è una manna. Lo è stato per il Pd, per Berlusconi, ma anche per Bossi e Di Pietro. Avendo la possibilità di scegliere, metti fuori gioco le opposizioni interne. Non è un caso che Renzi incontri le maggiori difficoltà all’interno del proprio partito.
Lei preferisce il Mattarellum…
Se non altro ha il pregio di far eleggere un parlamentare per collegio. Anche se io sono per un Mattarellum “modificato” come quello proposto da Pippo Civati. Mi va bene eleggere il 75% dei parlamentari con il sistema uninominale, ma sull’altro 25% preferirei che il riparto fosse fatto al livello di collegio elettorale, di modo da premiare chi ha fatto campagna elettorale ed è finito dietro, semmai di poco.
Come funziona in Spagna
Sistema proporzionale, che favorisce la rappresentanza territoriale
LA SPAGNA elegge 350 deputati e 259 senatori. I primi vengono eletti in numero di 100 nelle 50 province (ognuna ne elegge di diritto 2, ad eccezione delle due enclave di Ceuta e Melilla che ne mandano a Madrid uno ciascuna). Gli altri 248 vengono eletti con un sistema proporzionale. In questo modo i primi “100” divengonoo espressione dei partiti maggiori, gli altri garantiscono la rappresentatività. Al Senato è diverso. Gli spagnoli eleggono 208 senatori direttamente (ogni collegio ne elegge da 2 a 4) e 51 indirettamente. Non esistono premi di maggioranza.
Il progetto italo-iberico
Cosi? “copiamo” (male) Madrid. Chi vince con il 35% governa il Paese
DALLA SPAGNA prendiamo le circoscrizioni piu? piccole: diventano 118 per eleggere 630 deputati. E anche i listini bloccati di 5-6 nomi. Questo impedisce di per se? ai partiti piu? piccoli di eleggere direttamente i propri rappresentanti. Su base nazionale, pero?, chi supera il 5%, puo? ottenere dei seggi con il sistema proporzionale. Aggiunta ulteriore e? un premio di maggioranza alla coalizione piu? votata. Come indicato dalla Consulta, va messa una soglia. Quella scelta per adesso si attesterebbe al 35%. In tal modo chi vince con piu? del 35% dei consensi ha un premio di +20%.
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