2013 da incubo: 8 mila euro in meno in busta paga e più cassa integrazione

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Nel 2013 sono stati 515 mila i lavo­ra­tori ad andare in cassa inte­gra­zione a zero ore. Una con­di­zione che ha pena­liz­zato for­te­mente i salari. Ogni lavo­ra­tore ha perso 8 mila euro in busta paga, per un totale di oltre 4.125 miliardi di euro. Le ore di cassa inte­gra­zione auto­riz­zate sono state 1,07 miliardi, in calo dal 2012 (quando erano 1,09 miliardi). Que­sto è il bilan­cio della crisi regi­strato dall’Osservatorio sulla Cig della Cgil nazio­nale nel rap­porto del dicem­bre 2013 che ha rie­la­bo­rato i dati dell’Inps.

«Que­sti numeri — afferma il segre­ta­rio con­fe­de­rale Cgil Elena Lat­tuada — descri­vono un sistema pro­dut­tivo let­te­ral­mente fran­tu­mato dai colpi della crisi e dal non avere messo in campo misure per inver­tire la ten­denza». Per Lat­tuada serve «un netto cam­bio di passo, l’avvio di un’opera di vera e pro­pria rico­stru­zione che metta al cen­tro, prima ancora delle regole, inter­venti che favo­ri­scano pro­cessi di rior­ga­niz­za­zione gene­rale dell’economia e della pro­du­zione».
Con­si­de­rando un ricorso medio alla Cig pari al 50% del tempo lavo­ra­bile glo­bale (26 set­ti­mane), sono 1.030.519 i lavo­ra­tori che, a dicem­bre, hanno usu­fruito di una delle varie forme di cassa inte­gra­zione: ordi­na­ria, spe­ciale o in deroga. Modi­fi­cando invece il para­me­tro di rife­ri­mento, e con­si­de­rando i lavo­ra­tori che sono in cassa inte­gra­zione a zero ore, pari a 52 set­ti­mane, i lavo­ra­tori che non hanno potuto con­ti­nuare la loro atti­vità sono 515.260, 200 mila sono in cassa inte­gra­zione spe­ciale, 130 mila sono in deroga.

Nel 2013 è rima­sta inal­te­rata la richie­sta media di cassa inte­gra­zione pari a 80–90 milioni di ore al mese. Un valore costante da gen­naio 2009, poco dopo l’inizio «uffi­ciale» della crisi. Ugual­mente ele­vata è l’incidenza delle ore di cassa inte­gra­zione per cia­scun lavo­ra­tore occu­pato nel set­tore indu­striale. Su dodici mesi sono 157 le ore di Cig ero­gate per ogni addetto. Com­ples­si­va­mente, stima la Cgil, l’intero sistema pro­dut­tivo ita­liano ha subito una per­dita di oltre 134,4 milioni di gior­nate lavo­ra­tive nel 2013.

A dicem­bre è con­ti­nuato a salire anche il numero delle aziende che hanno richie­sto un decreto per la cassa inte­gra­zione spe­ciale (Cigs), cioè quella ero­gata dall’Inps per inte­grare, o sosti­tuire, la retri­bu­zione dei lavo­ra­tori e fron­teg­giare così una crisi azien­dale o per soste­nere un pro­cesso di ristrut­tu­ra­zione o rior­ga­niz­za­zione. Nel 2013 le domande sono state 6.838 (+10,45% rispetto al 2012) e sono state richie­ste da 12.025 unità azien­dali (+9,08%). Nel det­ta­glio, aumenta il ricorso alla Cig a causa di una crisi azien­dale (3.829 decreti, +11,08% rispetto al 2012). Que­ste fat­ti­spe­cie rap­pre­sen­tano il 56% del totale. Dimi­nui­scono invece le domande per ristrut­tu­ra­zioni azien­dali (218, –9,17%) e quelle per rior­ga­niz­za­zione azien­dale (248, –7,46%). «Un segnale evi­dente del pro­gres­sivo pro­cesso di dein­du­stria­liz­za­zione in attio nel paese» com­menta lo stu­dio della Cgil.

Il set­tore della mec­ca­nica è quello più in crisi: sono stati 175.502 i lavo­ra­tori in Cigs (pren­dendo come rife­ri­mento le posi­zioni di lavoro a zero ore). Nel com­mer­cio ci sono 68.723 lavo­ra­tori, 59.862 nell’edilizia. La regione più in crisi a Nord è la Lom­bar­dia, seguiono Pie­monte e Veneto. Al cen­tro pri­meg­gia il Lazio. A Sud la Campania.


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