Casaleggio 4 ore con gli eletti Ribelli assenti: non è il re Sole

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Se non quella, non riconosciuta, di «guru». O di «Re Sole», come alcuni l’hanno chiamato ieri, con sprezzante ironia. Eppure il sodale di Beppe Grillo è venuto per la seconda volta a Roma e si è trattenuto per quattro ore, parlando con il gruppo Comunicazione della Camera e incontrando i rappresentanti nelle Commissioni.
Arrivato in treno da Milano, e poi in taxi, Casaleggio ha parlato e ascoltato. Trovando non pochi ostacoli. Per esempio il drappello dei parlamentari sardi gli ha contestato la mancata presentazione delle liste. Lapidario il commento di Paola Pinna: «Un incontro perfettamente inutile». L’unico dissidente che non si è tirato indietro e ha provato a parlargli, Fabrizio Bocchino, non ci è riuscito. Overbooking.
Dubbi anche sulla legge elettorale. Casaleggio dice no alle tre proposte di Renzi e spiega che si può votare anche così. Ma la posizione dei 5 Stelle è quanto meno ondivaga: dopo la proposta ispano-elvetica, si è passati al Mattarellum e infine al Porcellum ritoccato dalla Consulta. Contemporaneamente ieri è partito il referendum online su «maggioritario o proporzionale?». Entro febbraio, la rete deciderà, adeguatamente istruita e guidata da Aldo Giannuli, che da ieri spiega i dettagli sul blog di Grillo. Francesco Campanella, che pure ha contestato la gestione del blog per il referendum sul reato di clandestinità («usa il sito come una pistola»), ieri ha plaudito alla scelta di rimettere tutto alla rete. Ma, ha aggiunto, «così potremo far valere le nostri posizioni nella negoziazione».
Resta l’irritazione di molti. Battista spiega: «Basta con questa diffidenza, avremmo dovuto incontrare Renzi. Così invece farà la legge con Berlusconi. E noi dovremmo esserne felici?». Quanto a Casaleggio, «è una figura esterna»: «Perché non si candida al Parlamento? A differenza di Grillo, è incensurato». Battista lo voterebbe? «Il problema non si pone, non voto in Lombardia. Ma credo che neanche lui mi voterebbe».
Alessandro Trocino


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