L’agenda della Kyenge sulla «Padania» Tutti contro la Lega: «Intimidazione»
MILANO — «Qui Cécile Kyenge». A pagina 19 della Padania compare la nuova iniziativa del Carroccio nei confronti della ministra all’Integrazione: la pubblicazione dei suoi appuntamenti pubblici, con bella rilevanza. Per dire: gli eventi organizzati dalla Lega occupano un solo colonnino. Quelli della ministra di origine congolese, il doppio. Per suggerire ai militanti di andare a compiere azioni di disturbo? Ma quando mai: «Noi offriamo un servizio ai lettori della Padania che sono curiosi e vogliono andare ad ascoltare il ministro: non c’è mica scritto “Andate a picchiare la Kyenge”» . Dice il segretario Matteo Salvini che osserva come «gli incontri sono pubblici, pubblicati sul suo sito. Quindi non vedo il problema nel pubblicarli».
L’iniziativa si trasforma in caso. Cécile Kyenge questa volta fa un po’ fatica ad attenersi alla linea autoimposta di non rispondere alle provocazioni nordiste. «Padania chi?» risponde a chi le chiede dell’iniziativa nordista. Per poi aggiungere: «Non so chi sia la Lega Nord. E non sapendo di chi si tratta, praticamente saranno cittadini e fanno quello che vogliono».
Salvini si stizzisce e controrisponde su Facebook: «La simpatica sciura Kyenge dice “la Padania chi? Non so chi sia la Lega Nord”. Chi siamo? Siamo quelli che, dando voce a milioni di cittadini incazzati da Nord a Sud di cui lei non si preoccupa, la faranno dimettere». Aggiungendo: «Ministero inutile, spesa inutile, idee pericolose».
La miccia è accesa. Matteo Renzi, il segretario democratico, trova l’iniziativa leghista «inqualificabile», mentre il segretario di Sel Nichi Vendola scrive su Twitter che «i razzisti nostrani pensano di essere nell’Alabama o nel Mississippi di mezzo secolo fa o nel Sudafrica dell’apartheid… Qualcuno gli dica che siamo nel terzo millennio e in un Paese civile, nonostante loro».
Polemica nella polemica, interviene il capogruppo leghista a Montecitorio Massimo Bitonci. E non lo fa da pompiere: «La Kyenge non sa cos’è l’integrazione, non sa niente di niente, vuole favorire la negritudine come in Francia, ma noi possiamo farne a meno». Negritudine? Anna Finocchiaro sbotta: «Bitonci ha infarcito il suo intervento di ingiurie razziste e sessiste contro la ministra Kyenge. È chiaro che i leghisti non trovano argomenti migliori delle ingiurie per sostenere tesi anacronistiche e senza capo né coda sull’immigrazione e sulla sicurezza nel nostro Paese. Li invitiamo, in particolare Bitonci e Salvini, a pensare prima di parlare». Ma in realtà, a insorgere è mezzo Partito democratico, a partire da Khalid Chaouki. Controreplica di Bitonci: «Finocchiaro studia! La Négritude (in italiano negritudine) è stato un movimento letterario, culturale e politico sviluppatosi nel XX secolo nelle colonie francofone che si proponeva di affrancare i popoli dal complesso di inferiorità imposto dai colonizzatori». Ma la trovata non piace neppure a Forza Italia, con la deputata Elvira Savino che parla di «autogol».
Chi non si tiene è Mario Borghezio. L’eurodeputato torinese a La Zanzara su Radio 24 augura «Buona caccia ai cacciatori padani! È una rubrica dedicata ai cacciatori padani per cercare il leprotto? Non ho capito se c’è una vignetta col cacciatore padano per cercare il leprotto Kyenge… ». Il riferimento è a una famosa sortita dell’ex sindaco sceriffo di Treviso, Giancarlo Gentilini che auspicava costumi da leprotto per gli extracomunitari in modo da far esercitare i cacciatori.
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