Parigi, Dieudonné si arrende: “Cambio show”

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PARIGI — Vestito con l’abito tradizionale africano, Dieudonné è apparso ieri nel teatro parigino della Main d’Or, dove al mattino era stata affisso l’ennesimo divieto del Prefetto contro il suo controverso spettacolo. «Il caso è chiuso. Abbandono definitivamente il mio show» ha annunciato il tribuno che promette di voler tornare a “far ridere”. «Non sono un antisemita, non sono un nazista» ha detto ancora Dieudonné. Difficile sapere se si tratta di un pentimento sincero, o se è una nuova manovra per aggirare la legge. Il comico ha infatti spiegato di voler portare in scena un nuovo spettacolo, “Azu Zoa”, dedicato all’Africa, senza più allusioni agli ebrei e alle tesi negazioniste della Shoah.
«Sarà uno show con danza, mimo e musica e anche con qualche posizione di tai-chi, che si ispira a miti ancestrali e a credenze primitive» ha raccontato usando un tono semiserio, nella prima apparizione pubblica da quando la sua tournée è stata bloccata giovedì dal governo.
Tutti i tribunali locali si sono allineati sulla posizione del ministro dell’Interno, Manuel Valls, che ha definito gli show di Dieudonné dei “comizi dell’Odio”. Davanti al teatro Main d’Or è continuata fino a sera la protesta dei fan di Dieudonné che hanno cantato la Marsigliese,
facendo la “quenelle”, il saluto nazista all’incontrario inventato dal comico, e poi urlando slogan contro François Hollande. La polizia ha bloccato l’ingresso del teatro mentre Dieudonné ha chiesto ai suoi sostenitori di mantenere la calma. «In uno stato di diritto bisogna piegarsi alle leggi» ha aggiunto il comico. Secondo un sondaggio, l’83% dei francesi ha una cattiva opinione di Dieudonné, ma il 74% pensa che il governo ne parli troppo. Il 52% è invece contrario al divieto dei suoi spettacoli.
Accerchiato dai divieti e minacciato da un’inchiesta per riciclaggio, il comico ha deciso di rinunciare alle sue intemerate antisemite, almeno per ora. Presi in contropiede dalla determinazione del governo, i suoi avvocati stanno studiando le prossime mosse legali, compreso un ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo. Mentre pubblicamente Dieudonné fa ammenda, presentandosi come un “martire” della libertà di espressione, i suoi video online continuano a essere molto provocatori e visionati da milioni di fan. Il suo ultimo discorso, pubblicato su YouTube, è stato cliccato da mezzo milione di utenti in poche ore. Il governo pensa a un modo per bloccare anche questi monologhi su Internet, ma si tratta di un intervento molto più delicato e rischioso.


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