La Grecia sotto tutela «comanda» l’Unione

by Sergio Segio | 9 Gennaio 2014 10:22

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In un’Atene con il cen­tro blin­dato, con la cir­co­la­zione bloc­cata, l’Unione euro­pea ha cele­brato ieri in un edi­fi­cio tutto nuovo l’inizio del seme­stre di pre­si­denza  del Con­si­glio euro­peo da parte della Gre­cia, paese sotto tutela della troika. Una situa­zione sim­bo­lica, con gli alti papa­veri della Ue pro­tetti da cor­doni di poli­zia, per paura delle rea­zioni dei cit­ta­dini: “pre­si­denza, povertà, memo­ran­dum”, ha tito­lato un quo­ti­diano, con la vera agenda di un seme­stre di pre­si­denza dimez­zato – sarà in effetti di tre mesi, visto che a mag­gio ci sono le ele­zioni euro­pee, che rimet­te­ranno tutto in gioco – che sarà fatta di disoc­cu­pa­zione, dif­fi­cile uscita dalla reces­sione e incer­tezza sul futuro. Ale­xis Tsi­pras, di Syriza, ha rifiu­tato di par­te­ci­pare alla ceri­mo­nia, per pro­te­stare con­tro l’austerità impo­sta ad Atene ormai da sei anni e che ha por­tato a un calo del pil del 25% e una caduta del red­dito medio del 30%, con una disoc­cu­pa­zione che rimane tra le più ele­vate in Europa. Ma la Ue mostra sod­di­sfa­zione, visto che le pre­vi­sioni par­lano di una “ripresa” dello 0,6% in Gre­cia per il 2014. La Gre­cia spen­derà poco per la pre­si­denza – 50 milioni di euro (a titolo di para­gone, nel 2008, il seme­stre era costato alla Fran­cia 170 milioni). Per rispar­miare, tutte le riu­nioni di mini­stri avranno luogo ad Atene e il sot­to­se­gre­ta­rio agli affari euro­pei, Dimi­tri Kour­kou­las, ha tenuto a pre­ci­sare che la pre­si­denza sarà “sotto il segno dell’austerità”.

Il primo mini­stro greco, Anto­nis Sama­ras, spera che la Gre­cia diventi “un paese come gli altri” gra­zie a que­sta pre­si­denza, che non evi­terà pero’ nuovi dik­tat della troika (Ue, Bce e Fmi), che a metà gen­naio sbar­cherà di nuovo ad Atene, per deci­dere se ci sarà biso­gno di un terzo piano di aiuti. La pre­vi­sta visita di una dele­ga­zione del par­la­mento euro­peo que­sta set­ti­mana, desti­nata ad inda­gare sull’attività della troika, è stata riman­data sine die. Mal­grado il titolo sim­bo­lico di “pre­si­denza del Con­si­glio seme­strale”, il rischio di default della Gre­cia non è escluso: a metà anno, il paese man­cherà di finan­zia­menti, dovrà tro­vare 11 miliardi di euro per non fare fal­li­mento. Sulla Gre­cia pesa il debito, che è salito al 175% del pil e i pre­stiti che ha otte­nuto a caro prezzo sociale, 260 miliardi dal 2010, da rim­bor­sare (mal­grado la can­cel­la­zione di 107 miliardi di debito di inve­sti­tori pri­vati, vale a dire la più grande ristrut­tu­ra­zione della sto­ria). Ad aprile sono pre­vi­ste discus­sioni sul debito. Il mini­stro delle finanze, Yan­nis Stur­na­ras, esclude un hair cut, men­tre spera di poter otte­nere tempi più lun­ghi per rim­bor­sare, a tassi di inte­resse meno elevati.

La Gre­cia punta sulla pre­si­denza per miglio­rare la pro­pria posi­zione di paria d’Europa, il paese che ha rischiato l’esclusione dall’euro. Il mini­stro degli esteri, Evan­ge­los Veni­ze­los, ha assi­cu­rato che la Gre­cia assi­cu­rerà la pre­si­denza con “un senso acuto delle pro­prie respon­sa­bi­lità”. Veni­ze­los intende met­tere l’accento soprat­tutto sul patto per la cre­scita, in par­ti­co­lare sull’occupazione gio­va­nile (i miseri 6 miliardi stan­ziati l’anno scorso) e sull’Unione ban­ca­ria. Atene insi­ste anche sui tassi di inte­resse, che, mal­grado la dimi­nu­zione dello spread di que­sti giorni, restano per la Gre­cia più del dop­pio di quelli tede­schi. Infine, la pre­si­denza greca, che su que­sto fronte sarà seguita dall’Italia che suc­ce­derà ad Atene nella rota­zione seme­strale alla testa del Con­si­glio, si inte­res­serà in par­ti­co­lare alla gestione dei flussi migra­tori, in un’Europa dove la repres­sione resta il solo abbozzo di poli­tica comune (Fron­tex e Euro­sur), senza pro­getti né soli­da­rietà di fronte al dramma degli sbarchi.

Le ele­zioni euro­pee avranno luogo (tra il 22 e il 25 mag­gio), durante la pre­si­denza greca. E la minac­cia di un grosso risul­tato di Alba Dorata in Gre­cia, dove avranno con­tem­po­ra­nea­mente luogo anche le muni­ci­pali, getta un’ombra pesante non solo su Atene, ma su tutta l’Europa, in preda alla delu­sione e al rigetto dell’Unione euro­pea, che rischia di tra­dursi un po’ dap­per­tutto nelle urne con un’impennata dell’estrema destra.

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