I più amati dalle “grandi marche”

by Sergio Segio | 7 Gennaio 2014 10:09

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Un morto lo scorso 12 novem­bre, quat­tro la scorsa set­ti­mana: sono i risul­tati delle ultime pro­te­ste dei lavo­ra­tori del set­tore tes­sile in Cam­bo­gia. Gli ope­rai cam­bo­giani (paese con il 70% della popo­la­zione che ha meno di trent’anni) sono diven­tati tra i più ambiti al mondo: costano poco e – fino a poco tempo fa — non pro­te­sta­vano. Secondo i dati di una ong locale, in Cam­bo­gia ci sareb­bero almeno 580 fab­bri­che tes­sili (394 nella capi­tale Phnom Penh, 82 nella pro­vin­cia del Kan­dal pro­vince, 28 in quella di Kam­pong Speu e 16 in quella di Siha­nou­k­ville) che pro­du­cono vestiti per Adi­das, Cal­vin Klein, Clarks, H&M, Levi’s, Macy’s, Nike, Old Navy, Puma, Ree­bok oltre a nume­rose mar­che cinesi, di Sin­ga­pore e Hong Kong.

Si tratta di un set­tore fon­da­men­tale del paese: 650 mila ope­rai impie­gati, per un giro d’affari di oltre 5 miliardi di dol­lari che rap­pre­senta da solo oltre l’80% delle espor­ta­zioni della Cambogia.

Secondo i dati for­niti dall’agenzia di stampa cam­bo­giana, l’esportazione verso l’Unione euro­pea por­te­rebbe in Cam­bo­gia oltre 532 milioni di dol­lari, con un aumento nel 2013 del 45% rispetto al 2012, men­tre le espor­ta­zioni per gli Stati uniti sareb­bero cre­sciute del 17% per un totale di 660 milioni di dollari.

In Cambogia il régime gonfia i muscoli

Se il suo intento era quello di spa­ven­tare e disper­dere i mani­fe­stanti delle indu­strie tes­sili di Phnom Penh, il piano di Hun Sen sem­bra aver avuto suc­cesso. A tre giorni dagli…

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