Bersani, la cauta fiducia dei medici La moglie: «È il marito di sempre»

by Sergio Segio | 7 Gennaio 2014 9:35

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PARMA — L’Oscar dei bollettini l’ha vinto lei, Daniela Ferrari in Bersani. Le è bastato incrociare per qualche attimo lo sguardo di Pier Luigi, appena emerso dall’anestesia, scambiare con lui due parole e un sorriso. Nessun dubbio. Parola di moglie. «È il marito che ho sempre avuto…» ha mormorato a chi le era vicino, lasciandosi andare per la prima volta da quel terribile mezzogiorno di domenica quando qualcosa si è spento nella testa dell’ex segretario pd. Nel sacco della Befana è arrivato un lunedì, se non di ottimismo, comunque di cauta fiducia, attorno a Bersani e a quell’ictus che ha costretto l’equipe neurochirurgica di Parma, guidata dal primario Ermanno Giombelli, a un lungo intervento per chiudere con una sorta di «clip» la malformazione cardiovascolare, un aneurisma all’arteria cerebrale, che potrebbe essere congenita, di natura familiare, ma anche causata da un eccesso di stress o fatica, ingredienti che hanno abbondantemente condito il pessimo 2013 dell’ex leader pd. Le opinioni variano sul tema. Il professor Giombelli tende ad escludere un nesso tra le disavventure politiche bersaniane e l’emorragia cerebrale: «Sarebbe scoppiato mesi fa» ha detto, riferendosi ai mesi infernali del post elezioni tra trattative per il governo e la partita quirinalizia. Ma attorno a Bersani sono in molti invece a pensare che il recente Vietnam politico abbia pesato non poco anche su un politico navigato come lui. Albertina Soliani, ex parlamentare pd, è una di queste: «È un dato di fatto — racconta davanti all’ospedale Maggiore — che Pier Luigi si è trovato al centro di una crisi di sistema devastante, stretto in una tenaglia micidiale: ha vissuto momenti davvero difficili e non è pensabile che non abbia pagato un prezzo».
Comunque sia, la partita ora è un’altra, anche se sempre di campo di battaglia si tratta. Parlare di miglioramento, a nemmeno 24 ore dall’intervento operatorio, forse è eccessivo. Ma lo scenario attorno al segretario pd ieri ha concesso le prime schiarite. I due bollettini medici parlano di «decorso positivo», informano che la Tac di controllo alla quale Bersani è stato sottoposto poco dopo l’operazione ha fatto registrare «valori nella norma». Ma soprattutto tratteggiano il profilo di un paziente che, pur ricoverato in terapia intensiva e tuttora in prognosi riservata, sta lottando con tutte le sue forze: «Non si riscontrano deficit neurologici, Bersani continua a rimanere senza sedazione farmacologica, sveglio e collaborante». I medici di più non concedono: «Prima di 72 ore la prognosi non cambierà». Le emorragie, spiegano, vengono calcolate in una scala da 1 a 4 e quella che ha colpito l’ex segretario si colloca al grado 3. Per quanto riguarda invece i danni neurologici, la cui scala è da 1 a 5, siamo al livello 2. La guardia resta alta perché «il rischio di complicanze ischemiche persiste dal terzo al decimo giorno dopo l’operazione».
Isolato dal mondo, ma non dai suoi cari: ieri Bersani, dopo il lungo sonno post operatorio, si è risvegliato con al fianco le figlie Elisa e Margherita, oltre alla moglie. Le ragazze hanno riferito al padre il diluvio di auguri e slogan da stadio che hanno inondato la Rete. «Davvero? Sono felice» raccontano sia stato il commento dell’ex segretario, che di complimenti ne ha incassati pochini negli ultimi mesi. E poi il 3 a 0 della amata Juve sulla Roma: Bersani aveva chiesto alla moglie di registrare la partita, ma un risultato così trionfale mica potevano tenerglielo nascosto.
Francesco Alberti

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