Vaticano, svolta nella comunicazione: nasce una superagenzia

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CITTÀ DEL VATICANO — Una struttura nuova dedicata alla comunicazione. Un corpo unico dove giornali, siti web e agenzie agiranno in modo integrato. E, forse, un nuovo capo della Sala Stampa vaticana. Cioè, il portavoce del Papa.
Jorge Mario Bergoglio prosegue la sua opera di rinnovamento con l’impeto di uno schiacciasassi. E la sua rivoluzione passa adesso per un altro fronte, delicatissimo e vitale per la Chiesa: quello della stampa e della comunicazione. Anche qui, lo tsunami che colpisce il Vaticano è destinato ad abbattere antiche incrostazioni per proporre un sistema diverso di annunciare la parola di Dio.
Ieri la Commissione d’inchiesta sulle finanze vaticane, dopo una procedura di gara, ha affidato alla multinazionale statunitense McKinsey l’incarico di «fornire una consulenza che contribuisca allo sviluppo di un piano integrato per rendere l’organizzazione dei mezzi di comunicazione della Santa Sede maggiormente funzionale, efficace e moderna ». Nella nota ufficiale la Sala stampa parla di un progetto di consulenza che «avrà lo scopo difornire alla Commissione elementi utili per le opportune raccomandazioni in merito al Santo Padre».
Tradotto, significa che molto presto i mezzi di comunicazione del Vaticano si doteranno di unente unico al quale faranno riferimento. L’intento, rispettando la pluralità e diversità delle voci, è quello di evitare scompensi di comunicazione puntando invece a una linea editoriale chiara e univoca. Un altro obiettivo è anchequello di uniformare le questioni amministrative che riguardano in Sala stampa la concessione degli ambìti accrediti permanenti ai giornalisti che chiedono di lavorare in Vaticano, e l’accesso ai voli papali. In una riunione svoltasi ieri a porte chiuse, a cui hanno partecipato tutti i capi di dicastero interessati e rappresentanti di organi di stampa interni importanti come la direzione generale dell’Osservatore Romano, è stato ribadito che non dovranno più accadere errori di impostazione comunicativa come qualche volta avvenuto in passato.
A poter avere la responsabilità del progetto potrebbe essere Francesca Chaouqui, la giovane italiana che fa parte della Commissione referente sulle questione economiche e finanziarie della Santa Sede, ora impegnata sulla spending review vaticana. Per il nuovo capo della Sala stampa e portavoce papale si parla invece di padre Antonio Spadaro, anch’egli giovane e affermato direttore di Civiltà Cattolica, il quindicinale dei gesuiti. Spadaro, che al momento non ha ricevuto nessuna chiamata ufficiale («non ne so nulla», risponde), è però il nome in cima alla lista di Francesco. Non solo è un gesuita come Bergoglio — e come l’attuale portavoce, padre Federico Lombardi, apprezzato per la grande sensibilità, capacità e misura con cui continua a guidare il suo ufficio. Ma è anche il primo giornalista da cui il Papa ha accettato di farsi intervistare. Gode perciò di un’enorme stima da parte di Bergoglio, che ha avuto modo di pesare in lunghe ore fianco a fianco la sobrietà e la professionalità di questo sacerdote messinese esperto di giornalismo e letteratura.


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