Tav, convegno censurato

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Si è così tenuto ieri alla Galleria d’arte moderna, preceduto però da un appello firmato da molti giuristi: «La decisione ha dell’incredibile, nessun intervento censorio di questo tipo risulta essere intervenuto dagli anni ’70 a oggi. Ancor più indigna il fatto che ciò sia avvenuto con riferimento a un tema di grande rilevanza pubblica e in polemica con un’associazione forense di solide e radicate tradizioni democratiche. In un assetto costituzionale in cui la giustizia è amministrata in nome del popolo, i palazzi di giustizia sono per definizione la casa di tutti, non il fortilizio di alcuni. È assai grave che ciò sfugga ai vertici della giustizia torinese».
Al convegno hanno preso parte avvocati come Roberto Lamacchia, Ennio Lenti, Giampaolo Zancan, Anna Chiusano e Claudio Novaro («Un azzardo interpretativo – ha detto quest’ultimo – l’accusa di terrorismo mossa dalla Procura di Torino ai No Tav), magistrati come Giovanni Palombarini già Procuratore generale aggiunto presso la Cassazione («Non spetta al giudice lottare, non deve farsi carico lui del conflitto sociale) o Enrico Zucca, il pm del processo Diaz, professori come Paolo Ferrua, Davide Petrini e Marco Pellissero. O, ancora, Luigi Notari, sindacato di polizia Siulp: «È in corso una militarizzazione della polizia, chi fa la guerra è portato a obbedire e non a discutere».
Prossimamente il Controsservatorio Valsusa premierà torinese dell’anno dell’altra Torino Luca Mercalli.


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  Ventimila persone. Se ieri si fosse verificato un qualche tipo di disastro, come un terremoto o un’alluvione, che avesse causato la morte di 20mila persone, oggi ne parlerebbero tutti i giornali, tutte le tv; ne parleremmo tutti noi.

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