Letta al presidente dell’Ue: l’Italia ha i conti in regola

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ROMA — Prima il completamento dell’unione bancaria, poi si potrà discutere dei cosiddetti contractual arrangements , i contratti bilaterali che in cambio dell’impegno ad attuare raccomandazioni specifiche da parte di Bruxelles prevedono per gli Stati membri una serie di «meccanismi di solidarietà». Uno strumento sul quale il governo italiano non ha pregiudiziali a patto che siano scelti su base volontaria.
Due giorni dopo le parole del commissario agli Affari economici di Bruxelles Olli Rehn, che si era detto scettico sugli sforzi italiani per il risanamento, è il presidente del consiglio europeo Herman Van Rompuy a scendere a Roma per riequilibrare i pesi, incontrando il capo dello Stato Giorgio Napolitano e il presidente del consiglio Enrico Letta. A differenza del finlandese Rehn, che del rigore ha fatto una bandiera nella sua corsa alla presidenza della commissione, il belga Van Rompuy non è un’estremista dell’austerity. Niente bacchettate infatti, solo la solita sottolineatura sull’importanza della stabilità politica. «Noi, e intendo tutti i Paesi europei — dice — dobbiamo continuare l’importante lavoro di riforma dell’economia e continuare a sostenere l’occupazione, in particolare per i giovani. E l’Italia lo sta facendo».
Per questo Letta, più che a Van Rompuy, sembra rispondere ancora a Rehn: «Siamo convinti — ripete — di essere sulla strada giusta del tenere i conti a posto e del non soffocare la ripresa che è assolutamente necessaria». E poi, più nel dettaglio: «Stiamo discutendo in Parlamento un bilancio che farà sì che l’anno prossimo avremo un debito che scende, il deficit sotto il 3 per cento per il terzo anno di seguito, le tasse che cominciano a scendere per famiglie e imprese, e finalmente il segno più sul tema della crescita». Stesso schema che sarà alla base della «fiducia sulle riforme» che il governo chiederà la prossima settimana in Parlamento dopo il cambio di maggioranza. E che Letta vuole portare in Europa quando, subito dopo il voto per il nuovo Parlamento di Bruxelles, il semestre di presidenza dell’Unione toccherà proprio all’Italia. «Il nostro impegno fondamentale — dice ancora Letta — è quello di avere una legislatura della crescita anche in Europa, dopo cinque anni tutti concentrati purtroppo sull’affrontare la crisi e sulle politiche di sola austerità».
Per questo Letta dice che il «Consiglio europeo di dicembre è fondamentale affinché sull’Unione bancaria si arrivi ad una soluzione definitiva e all’applicazione di una decisione che è stata presa a giugno». Obiettivo che lo stesso Van Rompuy considera di «vitale importanza per poter stabilizzare a pieno il settore creditizio e ripristinare la sua capacità di erogare prestiti alle nostre economie». Si dovrebbe fare, dunque. Solo dopo l’Italia sarà pronta ad entrare nei dettagli di quei contatti bilaterali che, in cambio di sostegni finanziari, porterebbero verso Bruxelles un altro pezzetto di sovranità nazionale.
Lorenzo Salvia


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