Draghi ai tedeschi: non ho distrutto la Germania

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BERLINO — Mario Draghi non ha dubbi sulla giustezza delle scelte compiute e definisce «perversi» i timori che hanno accompagnato, in Germania, la sua strategia, in uno scenario europeo divenuto ora abbastanza confortante. «La crisi non è superata ma ci sono molti segnali incoraggianti», ha assicurato il presidente della Bce in un’intervista al settimanale Der Spiegel , servita anche a respingere le critiche di chi ha sostenuto che i bassi tassi d’interesse danneggino i risparmiatori. Non sembra pensarla allo stesso modo, quasi in un confronto a distanza, il numero uno della Bundesbank Jens Weidmann, secondo cui l’euro è ancora in fase di risanamento e sono necessari perseveranza e volontà forte per evitare che la malattia esploda nuovamente. «Si potrebbe trattare di una calma ingannevole», ha affermato il banchiere centrale tedesco parlando con il quotidiano popolare Bild. Nel fare un bilancio preoccupato della situazione, Weidmann ha sottolineato inoltre la necessità che i Paesi in difficoltà continuino a battere la strada delle indispensabili riforme economiche.
Nel colloquio con Der Spiegel Draghi ha ricordato, riferendosi alle obiezioni giunte in passato dagli economisti tedeschi, che «c’era la paura perversa che le cose evolvessero in maniera negativa» e si temeva «che un italiano potesse distruggere la Germania» con la linea anticrisi decisa da Eurotower. In realtà, ha aggiunto, le cose sono andate in senso opposto. «L’inflazione è bassa e le incertezze sono diminuite», ha sottolineato, rilevando che questo «è più di quanto ci si potesse aspettare un anno fa». A giudizio del successore di Jean-Claude Trichet vanno registrate in questa fase indicazioni positive, come la ripresa delle economie e la diminuzione degli squilibri nel commercio europeo. Per quanto riguarda gli effetti sul risparmio della decisione presa a novembre di abbassare i tassi d’interesse allo 0,25%, Draghi ha affermato che la debolezza dei depositi bancari non va attribuita alle scelte della Bce. «Negli anni scorsi — ha proseguito — non riuscivamo a controllare gli interessi a lungo termine, in quanto gli investitori erano estremamente inquieti per la crisi dell’euro». Il presidente della Bce ha comunque escluso la possibilità che i tassi d’interesse vengano nuovamente tagliati. «Al momento — ha detto — non vedo la necessità di un’azione urgente».
Su questo argomento si è soffermato anche Weidmann, che ha messo in luce l’importanza di tenere sotto controllo i rischi e gli effetti secondari di bassi tassi d’interesse. Il banchiere centrale tedesco ritiene che un minore costo del denaro sia giustificato in un momento di ridotta inflazione, ma è ugualmente convinto che tutto questo non possa rappresentare una giustificazione per un allentamento arbitrario della politica monetaria. Il monito affidato da Weidmann alla Bild riguarda però soprattutto l’importanza di non sopravvalutare la calma che si registra attualmente sui mercati finanziari. perché l’euro è come un malato che si trova in una clinica di riabilitazione e le ricadute sono possibili. «Ciascuno deve essere cosciente della propria responsabilità», ha aggiunto, «perché la crisi può avere un ritorno di fiamma». Le riforme sono necessarie, anche in Germania, che deve «continuare ad attrezzarsi per l’avvenire». Non bisogna, insomma, allentare la guardia.
Paolo Lepri


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