“Cure in scantinati e rischio tumore” Il rapporto che inchioda Stamina

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TORINO — Definirle «pericolose, inefficaci e insicure» è un eufemismo. Perché le iniezioni di cellule staminali ideate dallo psicologo Davide Vannoni possono provocare «infezioni, traumi midollari, meningiti, e persino tumori». C’è addirittura il sospetto, secondo gli esperti, che le infusioni siano a base di siero fetale bovino, e che ci siano rischi di danni neurologici. La falsa cura dei miracoli descritta nei verbali del tavolo tecnico 2012 (Nas, Istituto Superiore di Sanità, Centro Nazionale Trapianti e Aifa), in cui si dice che «non esiste una documentata efficacia del metodo Stamina; non si sono visti miglioramenti né dopo due ore né dopo 24; la terapia non rispetta la normativa vigente; c’è un preoccupante utilizzo di cellule provenienti da un paziente e infuse a un altro affetto anche da patologia diversa; la dose di infusione si potrebbe definire “omeopatica”», era già stata smascherata dall’indagine del procuratore Raffaele Guariniello, poi riaperta per includere le somministrazioni svolte agli Spedali Civili di Brescia. Iniezioni effettuate negli scantinati, pagamenti tramite bonifici con clausole inventate, nessuna pubblicità in caso di effetti avversi.
Ecco le carte del pm Guariniello in cui viene contestata l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa allo psicologo Davide Vannoni («Di fatto animato dall’intento di trarre guadagni da pazienti con malattie senza speranza “fortunatamente” in aumento») con la collaborazione di altri 14 indagati, tra cui il medico Marino Andolina. Non è escluso che possa aggiungersi anche l’accusa di omicidio colposo per un paziente morto poco dopo un’iniezione.
LE FINTE ONLUS
Nell’avviso di chiusura dell’inchiesta del 7 dicembre 2011 la procura svela la rete di società di Vannoni. La sua attività comincia nel 2006 a Torino e si avvale di cliniche e ospedali. Crea la Re-gene s. r. l e nel 2007 l’Associazione per la medicina rigenerativa onlus, poi la Stamina Foundation Onlus nel 2009. Si trovano tutte in via Giolitti 19, stessa sede della Cognition, un centro di formazione e ricerca nel campo della psicologia, un call center dove si fanno studi di mercato, sondaggi di opinione. Vannoni, per sfuggire ai controlli, si sposta anche a San Marino dove fonda l’Istituto di medicina del benessere e la Re Wind Biotech. «La sua attività — scrive il pm Guariniello — è dichiarata “senza fini di lucro”, “umanitaria”, “compassionevole”. Di fatto però è volta a pretendere somme di denaro sino a 50mila euro a paziente».
LABORATORI CONTAMINATI
Le cure sono state effettuate «presso strutture palesemente inidonee e ricavate da scantinati, alcune nascoste a San Marino per sfuggire ai controlli
italiani, alcune messe a disposizione dalle operatori sanitari pubblici e privati», e «in assenza di autorizzazioni per garantire la sicurezza e il benessere dei pazienti e delle necessarie
garanzie di efficacia e qualità del
prodotto somministrato».
IL METODO E I RISCHI
I 68 pazienti «adulti e minori affetti
da gravi patologie» indicati negli atti «erano sottoposti a procedure invasive di biopsia midollare a scopo di prelievo di liquor encefalico». Con il prelievo sono stati sottoposti a «rischio
di contaminazione batterica, virale, micotica», e «rischio di ematoma o emorragia non controllabile». Con la lavorazione delle cellule a «contaminazioni di virus, batteri, lieviti, funghi, microbi, tossine», e a un «impiego di cellule vecchie, inattive e quindi inefficaci». Con la puntura midollare «eseguita senza procedura clinica e cautele indispensabili» i pazienti sono stati esposti a «trauma midollare, ematoma spinale e intracranico, ischemia, infezioni, ascessi, meningite, nausea e cefalea». I rischi dell’infusione sono poi «di infezioni anche gravi, persino di tumori».
COSTI E PRECAUZIONI
Vannoni «proponeva e caldeggiava l’esecuzione della terapia anche mostrando filmati di presunti pazienti prima e dopo la cura, come il video di un ballerino russo in carrozzella con il Parkinson che dopo l’iniezione ballava e danzava, o una donna affetta da Sla paralizzata a letto che si metteva a camminare». Poi «proponeva la guarigione o il miglioramento della qualità della vita, e segnalava che con circa 10mila euro all’anno era possibile lasciare in custodia le proprie cellule in un centro a San Marino da utilizzare per gli anni successivi». Inoltre «invitava a non fare pubblicità trattandosi di cura vietata». I pagamenti erano «con bonifico, indicando in causale “contributo, o donazione” ». E lui, «a suo dire neuroscienziato » laureato in psicologia, «presenziava in sala operatoria vestito in borghese con camice, calzari e cuffietta, portava le provette per contenere i frammenti ossei poi riposte in un thermos domestico, e a prelievo eseguito diceva se era sufficiente o no».
RITRATTARE IN CASO DI GUAI
«Nel caso di un paziente che si era sentito male dopo la puntura lombare e che per questo era stato ricoverato in ospedale a San Marino, Vannoni lo invitava a firmare una dichiarazione ritrattando quanto dichiarato ai medici e negando di essere stato sottoposto a terapia cellulare in quanto in stato confusionale».
LA DIFESA
«Abbiamo tutte le analisi — ha commentato ieri il presidente di Stamina — e sappiamo cosa iniettiamo. Sono cellule staminali sicure. Vogliono denigrarci. Ma ora la parola passerà ai pazienti, che porteranno le loro analisi in una conferenza stampa. Sarà invitato anche il ministro della Salute». Ma il ministro Beatrice Lorenzin è stato categorico: «Come metodo scientifico Stamina non esiste. Non abbiamo le prove. E la vicenda giudiziaria è inquietante».


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