Cassa integrazione record, 1 miliardo di ore

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ROMA — Non ha ancora superato il miliardo, ma lo farà entro fine anno, per la terza volta dall’inizio della crisi. Secondo la Cgil, anche nel 2013 il numero di ore di Cassa integrazione oltrepasserà quella barriera psicologica già scavalcata nel 2010 (1,2 miliardi) e nel 2012 (1,1 miliardi). «Si prospetta l’ennesimo anno record in termini di ricorso alla Cig da quando, ormai sei anni fa, siamo stati investiti da una violenta crisi» afferma il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada, attaccando la Legge di Stabilità «che non mette in campo misure per invertire la tendenza. La discussione sulla riforma degli ammortizzatori sociali è mossa solo in termini di taglio delle risorse e mancano misure di contrasto alla crisi. Il Paese è in ginocchio e la situazione sociale diventa sempre più insostenibile: serve una svolta e serve ora».
A tutto il 30 novembre sono stati accumulati 990 milioni di ore, un dato sostanzialmente invariato rispetto all’anno scorso (—1,41%). Un numero che lo studio del sindacato traduce in oltre mezzo milione di persone a zero ore, circa 517 mila, ciascuna delle quali perderebbe 7300 euro all’anno al netto delle tasse. In totale, infatti, i lavoratori in Cassa hanno visto un taglio del reddito
pari a circa 3,8 miliardi di euro, più o meno l’importo delle entrate statali dell’Imu sulla prima casa nel 2012. Nell’ultimo mese, le ore non lavorate sono state 110 milioni, venti milioni in più rispetto a ottobre. E, dall’anno scorso, è cresciuto del 18% il numero di aziende che hanno fatto ricorso, tra gennaio e novembre, all’ammortizzatore: nel 2013 sono state quasi seimila. Aumentano quelle che lo fanno per crisi aziendale, mentre diminuiscono gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale. «Un segnale evidente del progressivo processo di deindustrializzazione in atto nel Paese », sottolinea lo studio della Cgil. E si creano anche situazioni difficilmente sostenibili sui contributi Inps. Come nel caso della Fiat, che riceverebbe in cassa integrazione più di quanto versa all’istituto previdenziale. Altre aziende, come l’Alcoa, hanno rinnovato la cassa integrazione all’inizio di quest’anno, dopo aver minacciato la chiusura l’anno scorso. Il Centro Studi di Confindustria prevede un miglioramento a partire dall’inizio del 2014, ma le prospettive sono tutt’altro che rosee: secondo il Csc, infatti, proprio la diminuzione della Cig avrà effetti negativi sull’occupazione, che nel 2014 rimarrà sostanzialmente invariata e nel 2015 potrebbe aumentare — nella migliore delle ipotesi — di mezzo punto percentuale. Non migliorerà molto nemmeno il tasso di disoccupazione, che rimarrà superiore al 12% per i prossimi due anni. Un dato, questo, particolarmente preoccupante soprattutto alla luce del fatto che il tasso di disoccupazione non considera le persone inattive: le persone, cioè, che non sono alla ricerca di un’occupazione. E, tra queste, è in continuo aumento l’esercito di quelli che il lavoro non lo cercano perché hanno perso le speranze di trovarlo. Sono i cosiddetti “lavoratori scoraggiati”, che dall’inizio della crisi a oggi sono aumentati del 54,1%.


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