La fantascienza applicata al diritto non cancella la continuità dello Stato

by Sergio Segio | 9 Dicembre 2013 8:38

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E non potremo mai invecchiare, stando all’oroscopo di Capotosti, ex presidente della medesima Consulta. Perché l’invalidità della
legge elettorale travolgerebbe, da un lato, ogni decisione dei parlamentari invalidi, dal 2005 in poi. E perché, dall’altro lato, questo Parlamento invalido non potrà mettervi rimedio, anzi non potrà più fare un tubo. Più che una sentenza, una macchina del tempo.

Con quali risultati? Che per esempio ci toccherà pagare l’Imu, con buona pace di Brunetta, lui pure fra i sostenitori della fantascienza applicata alla scienza del diritto. Che è nulla l’elezione di Napolitano, ma sono nulle pure tutte le sue nomine, compresi i cavalieri del lavoro, che resteranno perciò senza cavallo. E compresi, ovviamente, i giudici costituzionali nominati da Napolitano, sicché diventa nulla la loro stessa pronunzia: che fregatura, alla fine della giostra rieccoci con questi 8 anni sul groppone. Succede di rimanere buggerati, quando si mettono in circolo concetti senza costrutto, quando il logos divorzia dalla logica. Terrorismo giuridico, è di questo che si tratta. Eppure i due massimi garanti delle nostre istituzioni — il presidente della Repubblica e quello della Corte costituzionale — hanno già detto in sette lingue che una sentenza non può riscrivere il passato, né bloccare la porta del futuro. Non basta? E allora proviamo a ragionarci sopra, ammesso che la ragione sia ancora una virtù.
Primo: è da considerarsi nulla l’attività parlamentare dopo il 2005? Qui soccorre la distinzione fra nullità e annullamento, che nei corsi di giurisprudenza s’insegna al primo anno. È nulla la legge promulgata dalla Guardia di Finanza, o deliberata da un consiglio di Facoltà anziché dal Senato. Perché in questo caso manca ogni parvenza di validità dell’atto, quindi tutti i suoi effetti vengono radicalmente demoliti. Anzi no, non proprio tutti: per tutelare chi in buona fede vi si sia affidato, il diritto contempla la figura del funzionario di fatto, stabilendo per esempio la validità del matrimonio celebrato da un signore che non sia pubblico ufficiale. E comunque le sentenze costituzionali determinano l’annullamento, non la nullità delle leggi. Significa che non incidono sugli atti o sui rapporti ormai conclusi.
Secondo: c’è un Parlamento ormai paralizzato, come sostiene Capotosti? Manco per niente. A parte il principio di continuità degli organi costituzionali (l’Italia non può mai stare senza un governo, o senza un capo dello Stato in carica); a parte il fatto che la Consulta ha segato il premio di maggioranza, non l’intera legge elettorale (non ha segato, dunque, tutto il ramo da cui pende questo Parlamento); a parte tutte le opinioni di parte, c’è un altro principio che i giuristi dovrebbero conoscere assai bene. Tempus regit actum : il parametro per la validità di un atto (o d’un collegio) consiste nella norma vigente al tempo della sua formazione. Questa norma, nelle politiche del 2013, era il Porcellum , non ancora annullato, sia pure parzialmente. Quindi o si dimostra l’esistenza di brogli elettorali, oppure l’elezione è valida, e saranno valide anche le leggi approvate nel 2014.
Terzo: che ne è dei 148 deputati ascesi alla Camera in virtù del premio? Qui la questione è più aggrovigliata. Ma innanzitutto vale pur sempre il principio temporale appena richiamato. E in secondo luogo lo status di parlamentare si guadagna con la proclamazione, non con la convalida da parte della Giunta delle elezioni. Certo, sarebbe stato meglio se quest’ultima vi avesse già provveduto. Sarebbe ancora meglio, molto meglio, se vi provvederà prima che la Consulta depositi la propria decisione. Ma è dura crederci: questo Parlamento ha già dimostrato di non essere un fulmine di guerra. E in ogni caso è già successo che una legislatura intera (2006-2008) si sia consumata senza la convalida degli eletti. Ciò che non dovrebbe più succedere è di concludere la legislatura senza una nuova legge elettorale. Ma i nostri eroi ne sarebbero capaci.

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