E Visco accelera sulla proprietà della Banca d’Italia
Il fatto è che una di queste banche centrali, la Bundesbank, ha preannunciato, a differenza delle altre, osservazioni di merito sul progetto italiano. E le osservazioni richiederanno chiarimenti e verifiche, allungando così i tempi della decisione finale. Difficile però che l’ intervento della Banca centrale tedesca possa mettere in discussione il sostanziale via libera formulato dalla Bce e comunicato, seppure senza tutti i crismi formali, al governo italiano che il 27 novembre ha varato un decreto per rivalutare il capitale dell’Istituto di via Nazionale dai simbolici 156 mila euro risalenti al 1936 a 7,5 miliardi di euro, prevedendo un tetto di possesso del 5% per le quote, considerate trasferibili a banche, assicurazioni, investitori istituzionali italiani e europei.
A Roma non sembrano esserci particolari preoccupazioni per la battuta d’arresto di Francoforte. Se dovessero arrivare rilievi dalla Bce – è la considerazione che viene fatta – non sarebbero tali da mettere in discussione la struttura del provvedimento e potrebbero essere accolti nel corso della discussione parlamentare che ieri ha fatto un importante passo in avanti. L’aula del Senato ha infatti promosso a larga maggioranza il decreto sotto i profili della costituzionalità e dell’urgenza respingendo il parere contrario, espresso invece dalla Commissione Affari Costituzionali.
La revisione dell’assetto proprietario di Banca d’Italia va quindi avanti e a Palazzo Koch sono già partiti i preparativi dell’assemblea straordinaria destinata a riformulare lo statuto per accogliere le novità proposte dal decreto legge, già in vigore. Sarà un’assemblea di Natale, visto che la data prescelta sembra essere quella del 23 dicembre, ad una settimana dalla fine dell’anno. In tempo dunque per consentire alle banche azioniste di rivalutare le rispettive quote nel bilancio 2013, rafforzando così il patrimonio in vista delle valutazioni e degli stress test della Bce.
Superato lo scoglio della costituzionalità, su cui erano stati espressi dubbi, la discussione parlamentare per la conversione in legge del decreto proseguirà con una serie di audizioni chieste dai relatori. Sarà ascoltato innanzitutto il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, che potrà sciogliere l’interrogativo sui tempi e sulla destinazione del gettito dell’imposta straordinaria del 12% sulle plusvalenze, determinate dalla rivalutazione delle quote,a carico delle banche. Ma viene considerata «imprescindibile» anche l’audizione del governatore Ignazio Visco (nella foto) al quale verranno posti tutti i quesiti sui criteri seguiti per la rivalutazione delle quote, sul ruolo e i poteri degli azionisti nonché sulla natura giuridica della banca centrale italiana dopo il riassetto.
Stefania Tamburello
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