Telecom, ok del cda a vendita Argentina e torri

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MILANO — Risultati ancora in calo per Telecom Italia che si ricapitalizza per 1,3 miliardi lanciando un bond convertibile in azioni del gruppo. La società guidata da Marco Patuano ha inoltre illustrato agli analisti le linee guida di un piano 2014-2016, che tra le altre cose prevede la vendita di una serie di asset non strategici tra cui Telecom Argentina, le torri di trasmissione e le attività di Ti Media. Il valore complessivo di queste operazioni è di circa quattro miliardi.
Il piano di Patuano verrà implementato da qui al 2016 nel caso il manager venisse confermato alla guida del gruppo alla prossima assemblea che dovrebbe tenersi il 20 dicembre. Nel prossimo triennio Patuano stima di effettuare 14 miliardi di investimenti tra Italia e Brasile, ma anche alcune dismissioni, tra cui Telecom Argentina, per la quale ha già ricevuto un’offerta dal finanziere messicano David Martinez e il cda ha incaricato il management di aprire le negoziazioni. Oltre all’Argentina, il gruppo cederà le torri in Italia e in Brasile, gli immobili e la partecipazione in Ti Media con l’obbiettivo di ridurre il rapporto tra debito e margine lordo a quota 2,1 nel 2016 rispetto al 2,7 attuali che è costato alla società il declassamento del debito fino al livello “spazzatura”. Per quanto riguarda la rete di accesso, che il cda aveva deciso di scorporare, Patuano ha invece tirato il freno a mano e parlato di “equivalence of input”, sulla strada di una separazione funzionale.
Tuttavia, nonostante gli investimenti, Patuano stima che i ricavi e i margini del gruppo in Italia continueranno a scendere anche nel prossimo triennio, mentre la crescita del Brasile dovrebbe permettere alla società di terminare il 2016 con risultati in linea con quelli attesi per fine anno. I ricavi dei primi nove mesi 2013 sono scesi del 7,6% a 20,3 miliardi, soprattutto a causa delle attività domestiche (-10%) ma anche per il cambio sfavorevole con il real ha portato in lieve flessione il fatturato del Brasile (-5,6%). Peggio è andata al margine lordo, sceso del 10,5% a 7,9 miliardi perché la redditività domestica è superiore del 40% rispetto a quella generata dalle attività estere di Telecom. L’ultima riga del bilancio è invece negativa per 902 milioni ma sconta la svalutazione dell’avviamento da 2,2 miliardi effettuata a fine giugno. Telecom ha confermato inoltre gli obiettivi per il 2013 ma secondo gli analisti è probabile che il gruppo registrerà ricavi inferiori al target e dovrà operare una nuova pulizia di bilancio che porterà i conti 2013 nuovamente in rosso. A settembre la posizione finanziaria netta era scesa a 28,2 miliardi, ma sarà difficile chiudere l’anno con un indebitamento inferiore a 27 miliardi a meno di non aver completato qualche cessione. Per restare in sicurezza Telecom lancerà oggi sul mercato un bond triennale convertendo in capitale da 1,3 miliardi. L’emissione, curata da Morgan Stanley, avrà un rendimento compreso tra il 5,75 e il 6,5% e sarà convertita in azioni ordinarie e di risparmio con un premio di almeno il 120%.


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