Seconda rata, rischio caos
MILANO — Chi lavora in alcuni degli oltre 93 Caf sparsi in tutta Italia, racconta di gente preoccupata e dubbiosa. Perché le telefonate e gli appuntamenti sull’Imu con gli esperti dei centri di assistenza fiscale si concludono sempre allo stesso modo: poche idee e confuse. E non per colpa degli operatori che aiutano tutti gli anni i contribuenti nelle varie scadenze fiscali. Ma a causa di circa quattromila Comuni che, secondo la consulta dei Caf, non hanno ancora deliberato e pubblicato le aliquote Imu.
Se per l’abolizione della seconda rata sulla prima abitazione, il Consiglio dei ministri ha deciso di rinviare il varo del decreto alla settimana prossima, non va tanto meglio per il saldo dell’imposta sulle seconde case. Per la stragrande maggioranza di chi ha pagato la prima rata a giugno e che dovrebbe saldare entro il 16 dicembre, la confusione regna sovrana. La normativa prevede infatti che i Comuni possano pubblicare i dati delle aliquote Imu entro il 9 dicembre. Ma la scadenza del pagamento della tassa è stata fissata appena una settimana dopo. Tempi valutati troppo stretti dalla consulta nazionale dei Caf, soprattutto in virtù dei quattro mila «ritardatari» di cui sopra. Per questo motivo i Caf hanno inviato una lettera al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e al presidente dell’Anci (l’associazione dei Comuni italiani) Piero Fassino.
«In 7 giorni — spiega il coordinatore della consulta nazionale dei Caf Valeriano Canepari — dovremmo consultare oltre 4 mila siti web delle amministrazioni locali, studiare le delibere, individuare le aliquote e le varie esenzioni, inserire i dati nel nostro sistema informativo e calcolare la somma da pagare». Un giochetto di pochi minuti per una persona sola, ma che diventa più complicato se la platea di persone coinvolte si allarga a circa cinque milioni di contribuenti. L’Imu su immobili diversi dall’abitazione principale ha interessato nel 2012 15,3 milioni di cittadini. Ma «più o meno cinque milioni si sono rivolti a noi per pagare l’acconto di giugno — aggiunge Canepari — e ora vorrebbero trovarsi nelle condizioni di poter pagare anche il saldo senza preoccupazioni. Ai tempi dell’Ici — ricorda Canepari — avevamo tre mesi di tempo. Oggi la gente viene da noi e ci guarda sconvolta. Abbiamo stampato pure dei volantini per cercare di spiegare, ma non sappiamo più cosa dire. C’è incertezza totale». Nella missiva inviata in via XX Settembre i Caf hanno comunicato che loro, vada come vada, si appellano ai diritti sanciti dallo Statuto del contribuente che stabilisce «un minimo di 60 giorni tra l’adozione dei provvedimenti di attuazione delle disposizioni tributarie (in questo caso le delibere dei Comuni, ndr ) e la scadenza per l’adempimento».
Per il saldo Imu di dicembre quindi i Caf terranno in considerazione tutte le delibere comunali approvate entro il 15 novembre. Per le altre amministrazioni «ritardatarie» si adotteranno le aliquote del 2012. E gli «eventuali minori importi versati da parte del contribuente, verranno versati contestualmente al primo acconto Imu 2014 senza applicazione di eventuali sanzioni e interessi da parte dei Comuni» ha avvertito Canepari. Si spera che abbia ragione.
Corinna De Cesare
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