Seconda rata Imu cancellata, anzi no rivolta dei sindaci contro il governo

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ROMA — È scontro aperto tra Comuni e governo sull’Imu di quest’anno. I dissensi maturavano da giorni ormai e sono deflagrati con potenza ieri, all’indomani del Consiglio dei ministri che mercoledì ha cancellato anche la seconda rata dell’imposta sulle prime case. Il testo del decreto non esiste ancora, ma Palazzo Chigi ha inserito nel comunicato finale che «il gettito ulteriore atteso dai Comuni», quelli che hanno alzato quest’anno le aliquote, per metà «verrà versato dai contribuenti interessati a metà gennaio 2014». Apriti cielo.
Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni, parla di «rottura istituzionale vicina ». Chiede al governo di «onorare gli impegni pubblici presi sull’Imu, ovvero non farla pagare sulla prima casa per quest’anno e non penalizzare i Comuni del mancato introito, garantito dallo Stato». E dunque reclama un «incontro urgente » con il premier
Letta e i capigruppo della Camera. «Siamo esasperati e a un punto limite», dice dal Giappone. «Non possiamo andare
avanti così. Il governo getta i sindaci nello sconcerto con annunci ogni giorno diversi. Ma questo caos non è tollerabile, non si può abusare della pazienza nostra e dei cittadini». E poi aggiunge: «Il gettito di quest’anno non è più assicurato. E la nuova Service tax del prossimo, così com’è congegnata, non garantirà gli incassi di Imu e Tares. Vogliamo metterci attorno a un tavolo e discuterne? Non si può risolvere tutto solo in termini di scambio politico. Collaborativi e aperti, sì. Presi per il naso, no». La questione Imu 2013 non è però chiusa. «Da quanto mi risulta, il ministero di Saccomanni sta mettendo a punto un testo nuovo e noi siamo disposti al confronto, ma non a subire decisioni sbagliate », avverte Fassino.
La baraonda intanto monta. Numerosi sindaci hanno manifestato ieri il loro disappunto per una decisione che se fosse ratificata dal governo spingerebbe centinaia o anche migliaia di Comuni a far pagare ai cittadini una parte di Imu 2013 assieme alla prima rata della Tasi, il 16 gennaio del prossimo anno. De Magistris (Napoli) è convinto che l’abolizione della seconda rata «sarà solo un’operazione demagogica se lo Stato non garantirà le risorse promesse ». Se così fosse, le risorse «ce le andremo a prendere» perché «i sindaci sono stanchi di essere bancomat o esattori del governo». Per Orsoni (Venezia) quanto accaduto «è la dimostrazione del disprezzo dello Stato per le regole». Merola (Bologna) lo ritiene «una beffa perché di fatto l’Imu non è stata abolita e ora si cerca di scaricare sui sindaci e sui cittadini il costo della mancata copertura integrale della seconda rata». Pisapia (Milano) definisce «follia» l’ipotesi del governo. Bianco (Catania) riferisce che «tutti i sindaci sono estremamente preoccupati per l’incertezza
che regna sulla copertura dell’Imu ». Incertezza definita «inaccettabile » da Cattaneo (Pavia) che parla pure di «fibrillazione tra i sindaci, perché dobbiamo chiedere ai cittadini nuovamente soldi». Castelli (Ascoli Piceno), anche responsabile Anci per la finanza locale e presidente Ifel, rimprovera il governo di «imprudenza normativa», e cioè di «non aver fissato con chiarezza un termine oltre il quale non sarebbero stati legittimi gli inasprimenti», ovvero le aliquote all’insù. La promessa di coprire tutta l’Imu, per Pizzarotti (Parma) «ora è chiaro, era solo propaganda elettorale».
Lo sconcerto dei primi cittadini non incrocia per ora una risposta del governo. Ieri l’unico a parlare è stato il viceministro dell’Economia, Luigi Casero: «Abbiamo mantenuto le promesse con i cittadini italiani, non facendo aumentare la tassazione ». D’altro canto, però, è salita quella delle banche a copertura (l’Abi medita un ricorso alla Corte di Giustizia Ue). Mentre nella bozza del decreto Imu spunta l’aumento delle accise sulla benzina dal primo gennaio 2015 al 15 febbraio 2016: 1,5 miliardi il gettito nel 2015, 42 milioni nel 2016.


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