Piazza Affari boccia il piano Telecom

by Sergio Segio | 9 Novembre 2013 8:00

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MILANO — Per lanciare con successo un prestito convertendo da 1,3 miliardi e andare avanti con gli investimenti del piano industriale, Telecom Italia ha bruciato un miliardo di capitalizzazione. I titoli hanno perso il 5,5% a 0,68 euro, e circa il 10% in due sedute. Il bond che scadrà nel 2016 offre un tasso del 6,125% e sarà convertito a un prezzo compreso tra 0,68 e 0,83 euro.
L’operazione riservata agli istituzionali è andata a ruba perché garantisce un rendimento certo alto, e un valore di conversione relativamente basso. Telefonica ha sottoscritto 103 milioni di convertendo pari all’8% del totale, meno della sua quota indiretta in Telecom che è del 14,5%. «Abbiamo partecipato perché pensiamo sia importante dare stabilità a Telecom – ha detto il direttore finanziario Angel Vila Boix – Telefonica è un azionista stabile e fedele e siamo interessati a creare valore e a sostenere il management e il piano del gruppo». E il piano 2014-2016 presentato da Marco Patuano prevede oltre al convertendo e la vendita dell’Argentina, la cessione dei multiplex digitali e delle torri, un’operazione che potrebbe essere portata termine entro fine anno. Con i 4 miliardi di risorse così racimolate Telecom accelererà sugli investimenti in Italia. «Non c’è miglior modo di garantire l’occupazione di fare investimenti, è una sfida alla nostra portata- ha dichiarato Patuano, che ieri ha scritto una lettera per rassicurare tutti dipendenti – Il Brasile resta strategico, il cda di Telecom fa gli interessi del gruppo, non quelli di Telco o di Telefonica». A chi gli chiedeva se Telefonica possa salire, finché Telecom controlla Tim Brasil, Patuano ha risposto «la domanda va fatta al contrario: se Telecom vende Tim Brasil, Telefonica può salire in Telco? La risposta è no».
Mentre Telefonica ha promosso il piano di Patuano, ieri i piccoli azionisti dell’Asati erano sul piede di guerra. Non solo per effetto del convertendo dovranno subire una diluizione del 14%, ma non avranno nemmeno la possibilità di vendere l’opzione sul mercato, come succede nel caso di ricapitalizzazione come quella implicita nel convertendo. «In attesa del via libera formale dell’assemblea – ha detto il direttore finanziario di Telecom Piergiorgio Peluso – il convertendo ha il pregio di offrire tempi di esecuzione più rapida rispetto all’aumento di capitale». Ma l’assemblea per approvare quel bond sarà convocata a cose fatte, e i soci di minoranza non hanno i numeri per bocciarla. È stata invece convocata al 20 dicembre l’assemblea chiesta da Marco Fossati, che punta a revocare l’intero cda espressione di Telco perché in conflitto con gli interessi di Telecom. E a proposito di crolli di Borsa, ieri dopo i dati dei nove mesi anche Finmeccanica è crollata (-5,9%) e i sindacati di Andaldo Breda si sono detti preoccupati per le parole poco lusinghiere dell’ad Alessandro Pansa.

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