Ora il Fisco gioca d’anticipo Ecco tutte le tasse da pagare

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I contribuenti italiani sono sempre più nell’incertezza. Gli acconti delle imposte sui redditi — la cui scadenza è fissata al 2 dicembre — dovrebbero slittare al 10 dicembre. Ma il rinvio non è una buona notizia, perché è collegato ad un probabile ulteriore aumento della misura del secondo acconto. Che determinerà la necessità di rifare i conteggi a pochi giorni dalla scadenza, con un aggravio non solo economico, ma anche di difficoltà che tutti avrebbero volentieri evitato.
In più si aspetta ancora il decreto ufficiale del governo per confermare la cancellazione della seconda rata dell’Imu su abitazione principale e pertinenze (rinviato a martedì prossimo) e mancano ancora molte delibere dei singoli Comuni che possono pubblicare quest’anno le aliquote Imu fino al 9 dicembre: a soli 7 giorni dalla scadenza del 16 per il saldo Imu. Un vero periodo di passione per i contribuenti italiani, già alle prese con le difficoltà della crisi economica.
Chi paga il superacconto
La proroga dei termini degli acconti fiscali è legata alla necessità di trovare la copertura per la cancellazione della seconda rata dell’Imu sull’abitazione principale e relative pertinenze, il cui decreto legge dovrebbe essere approvato martedì 26 novembre dal governo. E porterà con ogni probabilità ad un aumento del secondo acconto per molti contribuenti.
In base alle notizie al momento disponibili, l’aumento riguarderà le società di capitali (Srl, Spa, ecc..) il cui acconto dell’imposta sul reddito Ires per il 2013 sarà pari al 103%, invece del 101% finora previsto. E soprattutto ci sarà un super aumento al 127% dell’acconto per le società finanziarie, banche e assicurazioni. Analoghi aumenti varranno anche per l’Irap delle società.
Le persone fisiche dovrebbero rimanere indenni da ulteriori aumenti, sia i normali contribuenti sia chi ha partita Iva come artigiani, commercianti e lavoratori autonomi.
Il secondo acconto Irpef
Per le persone fisiche, la percentuale dell’acconto Irpef totale del 2013 è il 100%, ossia l’intera imposta dovuta in base alla dichiarazione dello scorso anno.
Siccome il primo acconto di giugno si calcolava nella misura del 39,6% (il 40% sul 99%), per il secondo acconto andrà versato il rimanente 60,4% (100% meno il 39,6% già pagato). Per i titolari di partita Iva e le società di persone l’acconto complessivo del 100% si applica anche all’Irap se dovuta. E ai possessori di beni all’estero che devono versare Ivie ed Ivafe. La scadenza di versamento è al momento fissata al 2 dicembre (il 30 novembre cade di sabato). Si attende di sapere se la proroga al 10 dicembre varrà anche per le persone fisiche, come pare, anche se la misura dell’acconto Irpef non sembra subisca ulteriori variazioni.
Persone fisiche
Vediamo un esempio. Una persona fisica con redditi da fabbricati ha compilato Unico 2013 per i redditi 2012, da cui risultava un’imposta dovuta (rigo “Differenza” RN 33) pari a 3.000 euro. A giugno ha versato il primo acconto di 1.188 euro (pari al 39,6%). Adesso deve calcolare l’acconto totale del 100% (3.000) e sottrarre la prima rata versata (1.188). Il secondo acconto è di 1.812 euro (il 60,4% residuo).
Per la cedolare secca sugli affitti, l’acconto complessivo è del 95%. La prima rata in questo caso era pari al 38%, quindi adesso va versato il restante 57% entro il 2 dicembre (o il 10 se arriva la proroga).
Gli artigiani, i commercianti e i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata devono versare anche il secondo acconto dei contributi Inps.
Chi ha presentato il 730 non deve fare nulla; il sostituto d’imposta o ente pensionistico provvede alla trattenuta della rata dell’acconto nella busta paga o rata di pensione.
Stefano Poggi Longostrevi


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