Meno sprechi per 32 miliardi Addio alla seconda rata Imu
ROMA — «L’obiettivo è ambizioso e significativo» esordisce il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, presentando il piano di azione della spending review opportunamente italianizzata in «revisione della spesa pubblica». Accanto a lui Carlo Cottarelli, il commissario straordinario incaricato di coordinarne la realizzazione, annuisce. «Puntiamo a ridurre la spesa di due punti di Pil in tre anni», aggiunge il ministro spiegando che si tratta di un risparmio di 32 miliardi, quasi il triplo di quello che è stato previsto nella legge di Stabilità. E cioè 3,6 miliardi nel 2015 e 8,3 miliardi nel 2016. Il prossimo anno non sono previsti tagli, ma né Saccomanni né Cottarelli si sbilanciano sui tempi. Prima dobbiamo completare l’esame della situazione, spiegano. Perché questa revisione della spesa, afferma il ministro che ieri ha presentato il piano al capo dello Stato Giorgio Napolitano, «è un elemento cardine» della politica del governo e non è legata a una manovra o a un’altra. Ma è finalizzata a diventare un meccanismo permanente di miglioramento dei servizi.
I risparmi che si avranno, sia eliminando gli sprechi sia attivando le sinergie possibili, saranno utilizzati in via prioritaria, ribadisce Saccomanni, per ridurre tasse e imposte ma potranno anche essere utilizzati per abbassare il debito pubblico, attraverso versamenti nell’apposito Fondo di ammortamento, e per finanziare gli investimenti produttivi. Restando in tema di imposte, intanto, il consiglio dei ministri dovrebbe esaminare giovedì il decreto che abolisce la seconda rata dell’Imu dovuta per il 2013. Dovrebbe essere finanziato con l’aumento degli acconti Ires delle banche e, in misura minore, delle imprese.
Tornando al piano di revisione, Cottarelli si sofferma sul metodo di lavoro e di ricerca di una spesa più efficiente, chiarendo che i primi provvedimenti potranno essere presi al termine della «fase uno» della ricognizione, prevista per febbraio, e quindi tra marzo e aprile, ma non è escluso che qualche misura venga realizzata prima. La ricognizione sarà fatta da gruppi di lavoro, individuati sia per ministeri e per centri di spesa, sia in relazione a specifici temi. A riguardo l’elenco tocca 8 questioni: si va dai Beni e servizi, Immobili e Organizzazione amministrativa ai Fabbisogni e costi standard, Qualità delle spese di investimento e Società partecipate pubbliche, tra cui la Rai. Ma saranno esaminati anche i Costi della politica per Regioni Province, Comuni nonché per i finanziamenti ai partiti e il Pubblico impiego col focus sulla mobilità del lavoro, compresa l’esplorazione di canali di uscita e rivalutazione delle misure sul turnover , e sull’armonizzazione del sistema retributivo e contrattualistico.
Stefania Tamburello
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