Marino colpito in testa, rissa in Campidoglio
ROMA — Una gomitata in testa al sindaco, una manata in faccia al presidente del Consiglio comunale, un pugno al capogruppo di Sel. Alla fine per fermare Dario Rossin, consigliere dei Fratelli d’Italia in Campidoglio, devono intervenire i commessi. Conclusione: urla, fischi, spinte, seduta sospesa, ghiaccio per i feriti e polemiche a non finire. Inizia con una rissa «sull’ordine dei lavori» la discussione sul bilancio di Roma capitale. Un’inedita seduta domenicale per bruciare i tempi e licenziare la manovra previsionale per l’anno in corso entro il 30 novembre. Un paradosso, visto che si tratta in gran parte di soldi già spesi con un buco che, prima dell’intervento del governo, arrivava a 867 milioni di euro.
Ora Ignazio Marino, in Campidoglio da 5 mesi, ha appena 6 giorni per approvare il bilancio: oltre quella data, senza l’ok dell’Aula, si entra in un caos fatto di avvisi prefettizi, scioglimento del consiglio comunale e arrivo di un commissario. Un incubo per il sindaco ma anche per il governo che sta seguendo la situazione della capitale: «Un default di Roma avrebbe conseguenze per il Paese con un rischio di abbassamento del rating », avverte il primo cittadino che, per accelerare l’approvazione, ha preteso la convocazione domenicale dell’Aula.
Una mossa che ha esasperato gli animi di una minoranza variegata (7 gruppi in sostanziale conflitto di cui 5 di centrodestra, uno di centro e i 5 stelle nelle vesti di “opposizione responsabile”) che, da giorni, fa a gara al suo interno tra chi è più “duro e puro”. Ieri sera, il più agitato è stato sicuramente Rossin, ex della Destra, oggi coi Fratelli d’Italia che, per protestare contro la convocazione domenicale (per l’opposizione sarebbe avvenuta violando il regolamento) si è avventato sui banchi della giunta, colpendo («involontariamente», è la sua versione) il sindaco con una gomitata. Poi, nella
concitazione ha dato anche una manata sul volto del presidente dell’Assemblea Mirko Coratti («Ma volevo solo spegnergli il microfono», spiega). Difficile distinguere, a quel punto, con consiglieri e commessi a tentare di sedare la rissa: nel parapiglia si becca un pugno anche Gianluca Peciola, capogruppo di Sel.
Marino esce dall’aula toccandosi la testa: «È uno spettacolo indecoroso per degli eletti dal popolo che dovrebbero avere rispetto per l’aula Giulio Cesare e ciò che rappresenta da centinaia di anni.
Ho un bernoccolo in testa, ho visto solo una figura urlante che usava turpiloqui. Non so chi sia e non sono intenzionato a conoscerlo». Rossin si scusa e minimizza: «Mi hanno riferito che nello spostare il microfono di Coratti, è stato urtato il sindaco. Io non me ne sono accorto ». La seduta riprende con l’opposizione che rivendica l’ostruzionismo e Alfio Marchini che dichiara: «Il commissariamento non sarà peggio di Marino». Sulla strada del bilancio, per ora, ci sono oltre 150 mila emendamenti.
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