Il “tour promozionale” della Cavour: datemi una portaerei per la guerra!
Scherziamo? Affatto! E’ quanto si sta apprestando a fare la nostra portaerei Cavour altri mezzi militari dell’omonimo gruppo navale.
Lo ha annunciato in una conferenza stampa tenuta martedì scorso nell’esclusivo Circolo Ufficiali delle Forze Armate d’Italia di Palazzo Barberini a Roma, il ministro della Difesa, Mario Mauro, in persona. “Una campagna navale – ha detto il ministro – finalizzata al recupero della competitività del nostro paese”. “Con questa iniziativa – ha aggiunto – mettiamo in vetrina il sistema Italia con i suoi prodotti straordinari e puntiamo a far recuperare competitività al nostro Paese”. L’ammiraglia della flotta italiana, che sarà in tour per cinque mesi con partenza il 13 novembre dal porto di Civitavecchia e rientro il 7 aprile 2014, visiterà “zone che sono strategiche per i nostri investimenti” – ha sottolineato Mauro – tra gli altri i Paesi del Golfo e circumnavigherà l’Africa. “I pezzi della Cavour – ha aggiunto il ministro – li abbiamo immaginati come parti dell’Italia che si muove sul modello di un grande salone dell’industria bellica come quello di Le Bourget”. (il riferimento al salone bellico francese non è casuale ma non sto a spiegarvelo)
Un tour promozionale che vede perciò impegnati a fianco della Marina Militare tutti i ministeri chiave per la promozione del “Sistema Paese” (Esteri, Sviluppo economico, Beni culturali e Turismo), ma anche l’Ice e Expo 2015, diversi partner strategici privati e enti no profit. “Dalle serate di Abu Dhabi a Dubai, da quelle ospitate negli scali del Qatar, del Bahrein o del Kuwait fino all’Africa sub sahariana – ha spiegato ad ANSAmed Riccardo Monti, presidente dell’ICE – il meglio del nostro made in Italy verrà presentato. Una grande occasione per il sistema Paese che creerà, sono certo, un grande indotto”.
“La campagna navale si avvale della partecipazione di diversi sponsor industriali cui – riporta Analisi Difesa – la ditta Beretta, Gruppo Ferretti, Blackshape, Ferrero, Federlegno Arredo, Elettronica, Intermarine, Mermec Group e Pirelli mentre le aziende del gruppo Finmeccanica sono presenti in toto presentando a bordo della Cavour e sul ponte di volo la loro produzione più aggiornata: AgustaWestland (elicotteri NH90 e AW101), OTO Melara (sistema d’arma 127/64 LW Vulcano e relativa famiglia di calibri, STRALES evoluzione dei cannoni navali da 76 mm, munizione guidata DART), Selex ES (fornitore e integratore di sistemi radar e di combattimento tra cui i sistemi imbarcati sulle fregate FREMM una delle quali partecipa alla campagna), WASS (siluro pesante Black Shark, siluro leggero A244/S Mod.3, contromisure e sonar), Telespazio (comunicazioni integrate e geoinformazione) e MBDA”. “Quest’ultima parteciperà alla campagna navale presentando i missili Aspide 2000, Aster 15 e 30, Marte MK2/S e Teseo/Otomat. Saranno presentati anche i sistemi d’arma missilistici che compongono il weapon package dell’Eurofighter come il Marte ER (Extended Range), lo Storm Shadow, il Meteor e il Brimston DM (Dual Mode). Tra le aziende che partecipano alla campagna navale Sistema paese in movimento non potevano essere assenti, tra le altre, Fincantieri e Elettronica” – nota Federico Cerruti nel suo articolo per Analisi Difesa.
Sono quindi “molteplici le finalità del progetto” – spiega il Ministero della Difesa: “dall’addestramento del personale militare alla sicurezza marittima, attraverso operazioni di contrasto al fenomeno criminale della pirateria, al rafforzamento del dialogo e della cooperazione tra nazioni, organizzazioni e aziende per promuovere il Made in Italy in ogni suo aspetto”. Ed inoltre si intende “fornire assistenza umanitaria alle popolazioni bisognose grazie a iniziative che vedranno il coinvolgimento del Corpo Nazionale delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, di Operazione Smile e della Fondazione Francesca Rava”.
E attenzione bene. I costi della missione dovrebbero aggirarsi sui 20 milioni di euro dove 10 milioni sono per i carburanti e 3 milioni per le attività di supporto nei porti che verranno toccati dalla missioni. “Una spesa coperta integralmente dagli sponsor della campagna – ha sottolineato l’ammiraglio De Giorgi. I restanti 7 milioni sono a carico dell’amministrazione Difesa per le indennità di imbarco e di missione”. Insomma – come ha tenuto a puntualizzare il Capo di Stato maggiore della Difesa ammiraglio Binelli Mantelli – “tutte le operazioni militari hanno un costo, ma sono anche un investimento per il Paese ed è dunque bene approfondire tutti gli aspetti prima di fare facili critiche”.
Il “Nuovo modello di Difesa” (e di cooperazione allo sviluppo)
La conferenza stampa di presentazione del “tour promozionale” del complesso navale Cavour si è tenuta tra due eventi significativi. Il primo il 4 novembre, Giornata delle Forze Armate, nel quale il Capo dello Stato nel suo intervento al Quirinale ha inteso precisare che “non possiamo quindi indulgere a semplicismi e propagandismi che circolano in materia di spesa militare e di dotazioni indispensabili per le nostre Forze Armate”. E, ieri, la riunione del Consiglio Supremo di Difesa nel quale è stato ribadito che è “essenziale che la nuova struttura delle Forze Armate rifletta un quadro compiuto e condiviso degli indirizzi strategici e delle linee di sviluppo delle capacità della Difesa, razionalmente fondato sugli scenari di crisi e di impiego nelle missioni internazionali e sui rischi e le minacce cui il nostro Paese e l’Unione Europea debbono far fronte”.
Mentre si ribadiscono gli “indirizzi strategici” della Difesa, il “Tour promozionale del Sistema Paese” della Cavour ne va già configurando uno nuovo modello di cui pochi pare intendono rendersi conto. Un modello in cui la Difesa non fa più solo le sue “normali attività promozionali” (cioè partecipare alle Fiere e esposizioni di armamenti, ecc), ma si “auto-promuove” e anzi fa da traino non solo per la promozione commerciale delle industrie nazionali ma anzi diventa capofila di “sistema” (il sistema Paese) in cui militare e civile, attività profit e non profit, commercio e cooperazione allo sviluppo, vanno a braccetto: l’uno sostiene e promuove l’altro (le ditte sponsorizzano il tour cioè è l’economia che promuove la Difesa e la Difesa fa da sostegno all’economia e le ONG partecipano e ringraziano).
E’ il modello già prospettato dall’ex ministro della Cooperazione allo sviluppo, Andrea Riccardi, al Forum di Milano in cui – come ha notato Antonio Tricarico di Re-Common – “si è assistito allo sdoganamento del settore privato profit come attore centrale della nuova cooperazione allo sviluppo”. Ma in questo caso con l’aggiunta di qualcosa di non irrilevante e di nuovo: il tutto si svolge infatti sotto l’egida del Ministero della Difesa e solo con in collaborazione con i Ministeri degli Affari Esteri, Sviluppo Economico e dei Beni Culturali. La scelta del luogo e i relatori intervenuti alla Conferenza stampa tenuta al Circolo Ufficiali delle Forze Armate illustra plasticamente questo “nuovo modello”.
Finora non si sono sentite, o se ci sono state, sono state così flebili che le agenzie di stampa non le hanno registrate. L’unica flebile voce finora riportata è quella di Gian Piero Scanu, capogruppo Pd in commissione Difesa della Camera secondo cui l’unico problema (“è per lo meno discutibile”) sarebbe quello che una ventina di espositori sono a bordo della nave Cavour che verrebbe utilizzata “come in una qualsiasi fiera campionaria”. Ma tutto qui? Ad onor del vero Scanu ha chiesto ministro Mauro “di chiarire in commissione Difesa la natura della missione”. Ma ripeto, tutto qui? Sono rimasto anche stavolta l’ultimo dei Mohicani a trovare non solo “discutibile” l’impiego di una portaerei per “attività promozionali del sistema paese”? (So che non sono l’ultimo e so che tra i mohicani ce ne sono altri due o tre abbastanza rappresentativi e qualcuno particolarmente agguerrito). Ma, anche stavolta così come per Haiti, a parte qualche flebile voce, silenzio tombale dal mondo politico?
Ho sempre pensato che le portaerei fossero “navi da guerra” e servissero fondamentalmente per una cosa: “per il trasporto in zona di operazioni, lancio e recupero di aeroplani, agendo in effetti come una base aerea capace di muoversi in mare. Le portaerei permettono pertanto ad una forza navale di proiettare la propria potenza aerea fino a grandi distanze senza dover dipendere da basi terrestri locali per gli aerei”. Forse sarò “semplicista e propagandista”, ma io vorrei una portaerei proprio cosi. Come quelle americane ben stazionate nelle zone di tensione e di guerra. Per fare la guerra. Non per fare “operazioni umanitarie” o di promozione del “sistema Paese”. Se non ci serve a questo diciamocelo chiaro. E vendiamola.
Giorgio Beretta
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