Hollande contestato a Parigi Fischi e tafferugli, 70 fermati

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PARIGI — Il presidente della Repubblica si è appuntato sulla giacca il bleuet de France , il fiordaliso blu segno della solidarietà e della riconoscenza verso i combattenti. I contestatori invece si sono messi in testa il bonnet rouge , il berretto rosso simbolo della prima rivolta bretone ai tempi del re Sole e della seconda, per fortuna meno sanguinosa, che ha luogo oggi, nei giorni di François Hollande.
Altri disturbatori tenevano in mano volantini con la scritta «Vattene» e lo slogan «Hollande dai le dimissioni», urlato a piena voce quando la Citroën DS5 del presidente ha risalito gli Champs Elysées e poi ancora mentre Hollande deponeva la corona di fiori all’Arco di Trionfo.
È stata una giornata difficile, ieri, per il capo dello Stato francese. L’11 novembre è l’anniversario dell’armistizio con la Germania che nel 1918 pose fine alla Prima Guerra Mondiale, firmato alle 5 del mattino nel vagone ristorante del maresciallo Foch, nella foresta di Compiègne. Stavolta le celebrazioni erano particolarmente importanti perché aprono una serie di commemorazioni che culmineranno l’anno prossimo con il Centenario della Grande Guerra e i 70 anni della Liberazione dai nazisti.
Ma la solennità del momento è stata infranta dalla protesta di un centinaio di militanti dei gruppi di estrema destra «Printemps français » e «Renouveau français», già attivi nelle manifestazioni contro il matrimonio gay, e che in estate disturbarono la parata ufficiale del 14 luglio.
I contestatori hanno fischiato Hollande e scandito i loro slogan, alcuni hanno superato le barriere attraversando gli Champs Elysées chiusi al traffico, e sono stati subito raggiunti e gettati a terra dai poliziotti. Le forze dell’ordine hanno fermato e identificato 73 persone, quattro sono state portate in commissariato, in custodia cautelare.
«È uno scandalo», ha detto il sindaco di Carhaix e leader dei bonnets rouges della Bretagna, Christian Troadec, che ha tenuto a dissociarsi dalla protesta. «Il nostro movimento condanna fermamente chi ha voluto turbare l’omaggio a milioni di persone morte in Europa».
Anche il ministro dell’Interno Manuel Valls, unico politico al governo che sia amato oggi in Francia, ha negato che i contestatori fossero cittadini comuni o veri appartenenti al movimento bretone, e ha incolpato «l’estrema destra, che come sappiamo non ama la Francia».
I fischi degli Champs Elysées sono comunque imbarazzanti per il presidente Hollande, perché la sua popolarità è la più bassa della V Repubblica (ieri sera ha toccato il 21%, nuovo record) e perché la rivolta dei berretti rossi della Bretagna in lotta contro l’«ecotassa» si sta allargando al resto del Paese. Dopo i fatti di Parigi, Hollande ha partecipato a un’altra commemorazione, in provincia, a Oyonnax, dove ha dichiarato che «la Repubblica non deve cedere all’odio, all’intolleranza, all’estremismo», ma è stato fischiato anche lì.
Stefano Montefiori


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