Dialogo tra intercettati: si dice che il pm punta ad Arcore

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MILANO — Sono parole scambiate tra due sotto intercettazione che discutono delle frasi riportate da una terza persona la quale a sua volta riferisce delle presunte intenzioni di una quarta. Risultato finale di questo lungo, complicato giro verbale composto di supposizioni e di interpretazioni è il nome di una località che però sempre fa rumore a prescindere, e che forse influenza semplici ipotesi personali. La località infatti è Arcore e di rimando il collegamento è a Silvio Berlusconi. Nell’ascoltare le conversazioni di Fausto Marchionni con Alberto Alderisio, gli investigatori hanno estrapolato e sottolineato passaggi telefonici che raccontano di una convinzione della coppia. Che il pm Luigi Orsi, il magistrato che insieme ai colleghi torinesi indaga sul mondo di Fonsai, nell’interrogatorio a Emanuele Erbetta (quella terza persona di cui sopra) avesse insistito con domande per portare la conversazione sull’ex premier.
Fausto Marchionni è l’ex top manager (indagato) della compagnia assicurativa. Alberto Alderisio è un esperto di relazioni pubbliche, nel tempo si è occupato di politica e di sanità, dalla fine degli anni Ottanta conosce Salvatore Ligresti dal quale mai s’è separato, anzi è diventato uno dei suoi uomini di fiducia; nell’inchiesta, Alderisio compare come testimone. Infine c’è Emanuele Erbetta, altro manager di Fonsai, arrestato a luglio. Proprio Erbetta finisce dal pm Orsi. Siamo nel 2012, il 28 dicembre. L’indomani avviene il dialogo intercettato. Marchionni e Alderisio non pronunciano il cognome di Erbetta ma, spiegano gli esperti della Guardia di Finanza, è assai probabile che si tratti di lui. Marchionne riferisce ad Alderisio quelli che, ne è convinto, sono stati i commenti di Erbetta all’uscita dall’ufficio del magistrato. Nella chiacchierata intercettata, con «questo» si intende il magistrato. Ecco il testo: «Questo cerca le prove della corruzione della famiglia nei confronti di Giannini. Io non ho prove di questo tipo di corruzione, ma come no, è lei che ha voluto essere portato ad Arcore, ed è andato ad Arcore per perorare la causa di Giannini. Insomma, gli ha piantato una storia gigantesca su ‘sta roba». Aggiunge Marchionni che, dall’ufficio del dottor Orsi, Erbetta è «stato trattato a calci nei denti», cosa che lo ha reso furibondo.
Quanto parlano i protagonisti delle inchieste, in un balletto vorticoso di chiacchiere e di veleni, di confidenze e segreti. In ogni modo con intensità «arruolano» l’un l’altro nuova gente. Per appunto sempre Marchionni e Alderisio chiamano in causa questo Giannini. Giancarlo Giannini, indagato, è l’ex presidente dell’Isvap, l’organismo di vigilanza delle assicurazioni. L’accusa sostiene che l’istituto fingesse volentieri di non vedere gli affari di Fonsai ricevendone in cambio contropartite, come raccontato da alcuni testimoni. Uno di loro, il dirigente Giovanni Cucinotta, dice che una volta Giannini si rifiutò perfino di denunciare alla Procura i quaranta milioni di consulenze incassati «senza giustificazione» da Ligresti.
Andrea Galli


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