Boom in Borsa e Twitter vale 28 miliardi
NEW YORK — «Spettacolo sublime e ridicolo», dice Peter Garnry, capo delle Equity Strategy alla Saxo Bank. Sublime perché, a differenza di quello che avvenne un anno e mezzo fa con Facebook, il meccanismo delle contrattazioni ha funzionato benissimo nonostante l’enorme volume di titoli scambiati. Ridicolo perché «queste offerte pubbliche d’acquisto di società tecnologiche sono diventate come un “videogame” che esalta l’uomo della strada come la stampa».
Sublime o ridicolo, quello del primo giorno di quotazioni di Twitter è stato un grande evento finanziario ma anche di costume, con le richieste d’acquisto di azioni della popolarissima società piovute da ogni parte e la gente in strada a seguire l’andamento delle quotazioni sui telefonini. La paura di un «flop» come quello di Facebook è svanita quasi subito: offerto a 26 dollari, il titolo Twitter ha aperto a 45,10 dollari, con un incremento di ben il 73 per cento rispetto alla valutazione fissata dalla società, e ha chiuso a 44,9, con un rialzo del 72,7 per cento. Festa grande per Dick Costolo, l’amministratore delegato, che è arrivato a Wall Street in metropolitana (ha messo la foto della stazione della «subway» su Twitter), ma poi, a differenza di Mark Zuckerberg che è sempre restio a rinunciare alla sua felpa col cappuccio, si è presentato alla cerimonia della campanella di avvio contrattazioni in giacca e cravatta.
È ripartito subito dopo per San Francisco doveva aveva fissato per la serata riunioni e festeggiamenti al quartier generale. Mentre correva verso l’aeroporto la quotazione di Twitter ha superato per un po’ quota 50 dollari, spinta da una richiesta di titoli trenta volte superiore rispetto alla quota che la società ha deciso di mettere sul mercato. Quindi il prezzo si è assestato intorno ai 45-46 dollari, senza grandi sbalzi, nonostante l’enorme volume delle contrattazioni. A questi livelli la società viene valutata dal mercato oltre 28 miliardi, mentre l’incasso per quota venduta ai risparmiatori dovrebbe essere di 2,1 miliardi.
Ma l’aspetto più straordinario della «corsa all’oro» scoppiata intorno a questa società che nei suoi sette anni di vita non ha mai fatto un dollaro di profitti (e non ne farà nemmeno nel 2014) ma che dovrebbe avere un grande futuro dal punto di vista della raccolta pubblicitaria, è proprio quello del volume degli scambi: quando non si era ancora a metà seduta, sul «floor» del New York Stock Exchange erano già state scambiate 82 milioni di azioni. Più dei 70 milioni di titoli messi sul mercato dalla società: questo significa che, mediamente, ogni azione Twitter è stata comprata e venduta più di una volta nella prima giornata di contrattazioni.
Eccitazione giustificata? È tutto da vedere, a giudizio degli analisti che considerano la società pericolosamente sopravvalutata ai prezzi raggiunti ieri: chi compra a questi livelli dà per scontato che la società abbia ragione a prevedere un sostanziale incremento degli utenti (oggi sono 232 milioni) e dei 500 milioni di tweet messi in Rete ogni giorno. Di più: scommette sul raggiungimento di un livello di redditività molto superiore a quella attesa dalla stessa compagnia. Essere ottimisti sul futuro di una società nata dal nulla il 21 marzo del 2006, quando Jack Dorsey trasmise il primo messaggino di 140 caratteri e che ora è sulla bocca di tutti, non è certo un peccato.
Twitter ha creato un universo completamente nuovo, quello del «microblogging», nel quale nessun altro è riuscito ad affermarsi. È verosimile che prima o poi trovi il modo di trasformarlo in una gallina dalle uova d’oro. Finora, però, non è successo e non mancano i pessimisti secondo i quali, in un mondo della tecnologia in rapidissima evoluzione, anche per Twitter potrebbe cambiare il vento: gli utenti continuano a crescere, ma ci sono anche «crisi di rigetto» di personaggi celebri come Alec Baldwin e Miley Cyrus mentre secondo alcune indagini indipendenti un terzo degli «account» di Twitter non è attivo.
Preoccupazioni che prima o poi emergeranno. Ma ieri era giorno di festa. Per la società, coi dipendenti che si sono recati all’alba negli uffici di San Francisco (tre ore di differenza di fuso orario da New York) e hanno brindato alla quotazione con caffellatte e «cronuts», lieviti che sono un ibrido tra cornetto e ciambelle «doughnut».
Ma festa grande per Goldman Sachs, che ha scalzato Morgan Stanley nel ruolo di leader del collocamento, e per lo Stock Exchange: la Borsa di Wall Street che è riuscita a strappare l’Ipo più atteso dell’anno al Nasdaq, il mercato tecnologico che l’anno scorso scivolò malamente sul collocamento di Facebook. Ieri, in una giornata di mercati borsistici complessivamente depressi, il Nyse ha celebrato coprendo completamente la sua facciata con l’emblema azzurro di Twitter, con al centro un uccellino bianco.
Massimo Gaggi
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