Attaccare Cancellieri, salvare De Luca I due pesi che imbarazzano i renziani
La domanda è questa: perché Matteo Renzi chiede e richiede con forza le dimissioni di Annamaria Cancellieri, ministro della Giustizia (non indagata) e invece non le chiede per Vincenzo De Luca, esponente del Pd, sindaco di Salerno e viceministro alle Infrastrutture e Trasporti (indagato)?
Un po’ di cose da sapere, prima di andare a sentire le spiegazioni delle milizie renziane.
Allora: abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e violazioni in materia urbanistica sono i reati ipotizzati, a vario titolo, negli avvisi di garanzia notificati mercoledì mattina dai carabinieri di Salerno a Vincenzo De Luca e ad altre trenta persone, tra cui assessori comunali, funzionari comunali, funzionari della Soprintendenza e responsabili delle imprese interessate alla costruzione del «Crescent».
Cos’è il Crescent? È un gigantesco edificio a forma di mezzaluna, alto circa 30 metri e lungo 300, 90 mila metri cubi di cemento che stanno alzando non lontano dalla spiaggia di Santa Teresa, proprio a picco su piazza della Libertà.
«Un potenziale ecomostro», dicono le associazioni ambientaliste.
«Un’opera pubblica. Ma per ogni opera pubblica, mi arriva un avviso di garanzia», commenta ironico De Luca (Wiki pedia , ai suoi numerosi procedimenti giudiziari, dedica addirittura uno schema: il resto è biografia ricca, per uno che a 64 anni è già stato sindaco di Salerno per quattro volte, l’ultima eletto dai suoi concittadini con il 74,4% dei voti, vera prova di pura fedeltà mista a simpatia, come del resto dimostrano i soprannomi conquistati negli anni: in giovane età, quando andava a difendere i braccianti in rivolta, era Pol Pot ; poi divenne o’ sceriffo , per via dei modi decisi con cui trattò immigrati e prostitute; infine lo chiamarono a’ funtana , per la sua smania di abbellire la città).
E ora torniamo alla domanda iniziale: perché De Luca dovrebbe dimettersi e la Cancellieri, invece, no?
«Sulla Cancellieri, come a me pare evidente, non c’è un problema giudiziario ma politico… Ci chiediamo se sia il caso che resti lì, in quel ruolo, dopo tutto quanto è accaduto con la vicenda Ligresti…» (la deputata Maria Elena Boschi, tra il sorpreso e il seccato).
Su De Luca, però, il problema è proprio giudiziario.
«Guardi: per De Luca, su De Luca, come sostiene Matteo, occorre essere garantisti».
Il Sole24Ore vi accusa d’essere doppiopesisti.
«No, macché… Aspettiamo solo che la magistratura faccia il proprio lavoro…».
Intanto, nell’attesa — e questa è un’altra cosa da sapere — De Luca da bersaniano è diventato renziano. Non solo: sembra che a Salerno, in vista delle prossime primarie, siano state tesserate circa 12 mila persone (nella provincia di Roma, appena 11 mila).
Nicola Latorre, senatore di ex rito dalemiano, ascolta e, siccome è una vecchia volpe, prende tempo. «Mmm… sì, ho capito… ehm… però, senta: ho davanti alcune persone… non è che possiamo sentirci tra un po’?».
Mezz’ora dopo.
Sul doppiopesismo, risponde a ritornello come la Boschi. «Per la Cancellieri pesa questione politica, su De Luca occorre essere garantisti…».
Poi, però, ci mette del suo.
«… E quindi, detto che Renzi è condivisibile, io penso anche altre due cose. Primo: notabili come De Luca, io credo che non troveranno più spazio nel partito che immagina Matteo. Secondo: credo pure che De Luca, nel frattempo, farebbe comunque bene a scegliere tra la carica di sindaco e quella di sottosegretario. Tenerle entrambe, francamente, mi pare inaccettabile. Terzo: beh, è chiaro che la polemica che s’è sviluppata intorno a De Luca è utile, diciamo così, al dibattito pre-congressuale…».
E così torniamo alla vicenda delle tessere distribuite a Salerno. Tante, tantissime. In vista delle primarie: potenziali 12 mila voti per Renzi.
Sulla questione, Michele Anzaldi, cerca di essere pragmatico. «Mah. Se andate a controllare, vedrete che, più o meno, sono le stesse tessere che c’erano in passato. Direte: tutti renziani, sono diventati. E io rispondo: non solo a Salerno, però. Anche in Transatlantico».
Comunque poi pure Anzaldi sostiene il teorema di squadra — Cancellieri caso politico, per De Luca garantismo — e così ripetono Roberto Giachetti e Paolo Gentiloni.
Gentiloni ci infila solo un po’ di veleno: «De Luca è stato un ottimo sindaco e il suo gradimento enorme a Salerno è normale: però quando la sua forza era a favore di Bersani andava bene, e ora che sta con Renzi no? Su, qui siamo alle ripicche…».
Giachetti, spariglia a modo suo (è in sciopero della fame per cambiare la legge elettorale e la campagna per le primarie lo ha portato a Forlì, «tra passatelli e salami, ma non posso toccare niente…»): «Su De Luca, come Renzi, sono garantista. Detto questo, però, io… ma dico io, Roberto Giachetti, per una questione di sensibilità, al posto di De Luca mi sarei già dimesso».
Fabrizio Roncone
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