Il Tav non si ferma e arriverà a Nizza, parola dei presidenti Letta e Hollande

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Non solo la Tav si farà, ma Enrico Letta e François Hollande pensano di allungarne il percorso da Torino a Cuneo, e poi Ventimiglia fino ad arrivare a Nizza. Un progetto, hanno detto ieri i due capi di governo riuniti nel summit bilaterale Italia-Francia a Villa Madama a Roma, «teso a rendere ancora più osmotici i nostri due paesi». Il governo socialista francese e quello italiano delle larghe intese considerano, inoltre, «la nuova linea Lione-Torino un cantiere aperto» di cui sottolineano «il carattere prioritario della realizzazione». Per Hollande l’inizio dei lavori sulla Torino-Lione avverrà a fine 2014. «Non siamo alla fine del tunnel – ha detto – siamo all’inizio del tunnel. Nel 2014 la gara d’appalto sarà sottoscritta e i lavori potranno iniziare entro fine 2014, o all’inizio del 2015». Il presidente francese si è inoltre soffermato sull’importante della ratifica del trattato Italo-francese del 2012 da parte del Senato e della Camera del suo paese. In Italia, il trattato è stato ratificato dalla sola Camera, tra le proteste del Movimento 5 Stelle e di Sel, e attende di passare il voto del Senato. Il parlamento europeo ha confermato lo stanziamento dei fondi dell’opera il 17 ottobre scorso. Si tratta di cofinanziamenti fino ad una percentuale del 50% degli studi, delle indagini geognostiche e dei lavori preparatori e fino al 40% per i lavori definitivi. Per questo il governo italiano e quello francese stanno stringendo i tempi per le ratifiche parlamentari. L’Ue attende l’ufficialità del loro impegno finanziario a livello nazionale. Il bilaterale italo-francese si è soffermato anche sul destino dell’Alitalia. Hollande non ha chiuso del tutto l’ipotesi della partecipazione di Air France, ma ha subito puntualizzato: «Non sono il presidente di Air France e non tocca a me parlarne. Le discussioni devono proseguire per arrivare alla migliore soluzione possibile per le due aziende». Una prospettiva in questo senso è stata confermata da Massimo Sarmi, ad di Poste, coinvolte dal governo italiano nel salvataggio della compagnia di bandiera. De Juniac, presidente di Air France, «ci ha confermato che il gruppo era azionista interessato alla collaborazione commerciale e che in una fase successiva tornerà a valutare» l’Alitalia. Nel frattempo l’ingresso di Poste in Alitalia si avvicina. Ieri l’assemblea dei soci, alla quale partecipa in forze il ministero dell’Economia, ha deliberato la modifica dello statuto, includendo tra gli obiettivi delle Poste anche quello del trasporto aereo.
Altro punto del vertice è stata la collaborazione tra la Cassa Depositi e prestiti e l’analoga francese «Caisse des depots et consignation» e Bpifrance. Si è parlato di una loro partnership nello sviluppo delle piccole e medie imoprese. L’agenda comune dovrebbe essere formalizzata nel primo semestre 2014 attraverso la realizzazione di strumenti e progetti per rafforzare la capacità di crescita e investimento da parte di queste aziende. Quella di Villa madama è stata inoltre l’occasione per discutere di unione banciaria europea e di rilancio delle politiche di «crescita» nell’Ue. «è assolutamente necessario che il Consiglio europeo di dicembre – ha detto Letta – permetta la partenza di questa azione. Letta ha anche sottolineato su questa decisione «esiste un eccesso di timidezza in Europa».
Confermato infine l’impegno per una «lotta contro la disoccupazione, soprattutto quella giovanile che è al centro delle nostre preoccupazione – si legge nella dichiarazione finale congiunta – e delle nostre azioni».


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