Aperte tre inchieste «Non è stata solo fatalità»

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Riccardo Rossi, il pm della Procura di Tempio Pausania, spiega le mosse giuridiche che seguiranno il dramma della Sardegna devastata da Cleopatra.
Ci sono indagati nei tre fascicoli?
«Per adesso nessun indagato, sono tre inchieste contro ignoti. Voglio capire se qualcosa non ha funzionato e in quel caso vedremo chi risulterà responsabile. Per farlo ho già chiesto di acquisire la documentazione che sarà alla base delle indagini».
Che tipo di documentazione?
«Tecnica. Per esempio i progetti per la costruzione della strada che è crollata mentre passavano quei poveri disgraziati, le carte dei collaudi, delle valutazioni di rischio. E poi procederemo con i consulenti come geologi e tecnici delle strade e delle costruzioni. Valuteremo tutto quel che servirà per fare luce su eventuali errori».
Entreranno nelle inchieste anche i tempi dell’allerta meteo?
«No. Il tema delle allerte è delicatissimo e da Genova in poi sono diventate materia di tensioni giudiziarie. Usarle significa rischiare di paralizzare tutto, perché si entrerebbe nella logica che siccome io ho dato l’allerta allora sono a posto. Sarebbe un moltiplicarsi di allarmi per lavarsi le mani dalle responsabilità. E invece il problema, se esiste, sta a monte, nelle costruzioni fatte come non si devono fare o nelle manutenzioni. Sono morte tante persone, non si può consentire di pensare che sia stata soltanto fatalità e passare oltre senza controllare se qualcuno ha sbagliato».


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La recentissima pubblicazione di uno studio effettuato da un’equipe di ricerca francese (con la partecipazione di una ricercatrice dell’Università  di Verona) sugli effetti del mais transgenico NK603 resistente all’erbicida Roundup, entrambi prodotti dalla Monsanto, getta nuove ombre sulla sicurezza di questi prodotti. Il lavoro svolto dal gruppo guidato dal Prof. Gilles-Eric Sèralini, dell’Università  di Caen, presenta tre importanti novità  sperimentali rispetto alle precedenti ricerche.

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