Un sondaggio: a Renzi il 72,5% Ma nel Pd ora c’è il caso Sicilia
ROMA — Bloccato il tesseramento, per fugare i sospetti delle tessere gonfiate, ora nel Pd scoppia la guerra del voto bulgaro nei circoli di periferia che stanno eleggendo i candidati per il congresso nazionale. Le intenzioni di voto per le primarie diffuse da «Europa» sono in grande maggioranza per Matteo Renzi ma i voti veri degli iscritti nei circoli, che cominciano ad arrivare, seppure di una spanna, sono favorevoli a Gianni Cuperlo.
Ecco perché i sostenitori del sindaco di Firenze non hanno digerito il ko inflitto loro ad Enna dal raìs locale Vladimiro Crisafulli, detto Mirello, che appoggia Cuperlo alle primarie dell’8 dicembre. La contabilità della disfatta dei renziani ad Enna la fa, provocatoriamente, il fedelissimo Davide Faraone: «A Pietraperzia il congresso del Pd si è concluso con una vittoria bulgaro-crisafulliana dei sostenitori di Cuperlo: 147 voti su 147. A Regalbuto, 102 voti per Cuperlo, 2 per Renzi. Appello alla protezione civile per i due sopravvissuti». Il senatore Mario Morgoni è più esplicito: «Cosa aspetta lo staff di Cuperlo a prendere le distanze dal voto di Enna? È stata fatta una campagna sullo stop al tesseramento ma il caso Crisafulli conferma che sono altri i problemi».
L’ex senatore Crisafulli — 6.000 preferenze e sesto posto in lista alle politiche del 2013, poi depennato all’ultimo minuito dalla commissione di garanzia di Luigi Berlinguer al fine di «tutelare l’immagine e l’onorabilità» del partito — è incappato nel 2010 in un’inchiesta per abuso d’ufficio perché la strada che conduce alla sua villa è stata pavimentata a spese della Provincia. Ora però il capo del Pd di Enna non intende retrocedere: «Nel mio partito sta incominciando a essere un problema: è meglio non avere consensi. Come pure c’è qualcuno che si permette di emettere giudizi su di me mentre ha processi penali in corso». Crisafulli invita Renzi per un pubblico confronto sulle politiche per il Sud e lo invita a fare le verifiche del caso quando sceglie i suoi uomini in Sicilia. Perché, aggiunge lanciando la sua provocazione, alle primarie aperte «in cui qualcuno all’ultimo momento si iscrive e diventa segretario senza sapere chi è e da dove viene», alla fine «escludo che voti Messina Denaro, ma i mafiosi se decidono di andare a votare possono farlo».
A 4 settimane dalle primarie per scegliere il nuovo segretario del Pd, il quotidiano «Europa» ha diffuso le intenzioni di voto: Renzi è in fuga con il 72,5% e distacca i competitor Cuperlo (14,5%) e Civati (12,3%) e il fanalino di coda Pitella (0,7%). Il giornale diretto da Stefano Menichini, divide le preferenze per fasce di età: tifano per Renzi gli scaglioni 16-24 anni e e 25-44 anni, mentre i sostenitori di Cuperlo sarebbero fortissimi tra gli over 65. Renzi prevale nelle «regioni rosse» mentre Cuperlo si afferma soprattutto nel Mezzogiorno. Adesso, però, c’è l’incognita dell’affluenza che rischia di inabissarsi dopo lo strappo del padre nobile del partito Romano Prodi («Non ho rinnovato la tessera e non vado a votare alle primarie»). E questa rinuncia (ieri sera anche il segretario dell Cgil Susanna Camusso ha annunciato che non andrà ai gazebo) preoccupa molto i renziani perché ritenevano di poter contare sulla marcia in più offerta dal professore. Senza contare che la fedelissima prodiana Sandra Zampa proprio ieri si è schierata per Civati. Quest’ultimo avanza un suo pronostico: «Al congresso, Renzi perderà. Prevedo sorprese». E i primi dati sui congressi di circolo indicano Cuperlo primo (43,6%) davanti a Renzi (41,9%), Civati e Pittella(0,9%) .
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