Ultima seduta sulla decadenza per Silvio il giorno del giudizio

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ROMA — Countdown prossimo allo zero per Berlusconi e per la sua decadenza da senatore. In giunta per le immunità almeno, perché in aula, tra un paio di settimane, la conta dei voti è ancora tutta da vedere. Incombe lo scrutinio segreto. Anche se loro smentiscono recisamente, continua il tam tam su un possibile “scherzetto” dei grillini, i quali potrebbero salvare il Cavaliere con l’obiettivo di mettere nei guai il Pd, facendolo apparire come un partito che ha salvato Letta col solo obiettivo di graziare Berlusconi.
Un fatto è certo, e basta guardare la tabella dei numeri in aula: i pentastellati sono determinanti per una secca vittoria del fronte della decadenza. Se dovessero mutare strategia, il destino dell’ex premier cambierebbe radicalmente. Il chiacchiericcio su possibili sorprese nell’M5S dura da giorni e ha già sortito nel gruppo, proprio per negare una simile soluzione, la perentoria richiesta a tutti gli altri di votare sempre a scrutinio palese, con tanto di ddl depositato, ma l’indiscrezione di una sorpresa nell’urna non si arresta. Sarebbe un’operazione singolare visto l’impegno dei grillini in giunta, a partire dal capogruppo Giarrusso, con Crimi, Buccarella e Fuksia, per far decadere Berlusconi il più in fretta possibile. Ma tant’è, dello scenario che li vedrebbe “traditori” nel segreto del voto bisogna pur dar conto.
I numeri, del resto, sono quelli che sono. Se si segue lo schema degli schieramenti emersi in giunta — e che si consolideranno col voto definitivo dopo la camera di consiglio prevista per domani — da una parte ecco 108 Pd, che dovrebbero votare per la decadenza con i 20 di Scelta civica, i 7 di Sel e, sulla carta, con i 50 grillini.
Se fosse così non ci sarebbe storia, saremmo a quota 185 e sul fronte opposto sconfitti i 91 del Pdl, che anche dopo la scissione non dovrebbe precipitare l’ex leader, i 16 leghisti, i 10 di Gal. Siamo a 117. Restano 5 senatori a vita, 4 grillini ormai nel Misto, i 10 delle Autonomia, tra cui il Psi che voterà contro il Cavaliere. È ben evidente che i grillini sono l’ago della bilancia, soprattutto perché non si possono escludere sia nel Pd che tra i centristi dei nemici della decadenza.
Ma la giunta rispetterà i tempi, deciderà domani o entro le 48 ore stabilite per regolamento, oppure già lì potrebbero esserci sorprese legate alla spaccatura del Pdl? Può accadere che il nuovo gruppo degli alfaniani determini un riequilibrio dei numeri in giunta che oggi sono pesantemente contrari a Berlusconi? Dario Stefàno, senatore di Sel e presidente della giunta per le elezioni, esclude drasticamente sorprese. La sua replica è secca: «La decadenza di Berlusconi? E che problema c’è? Si va avanti, non cambia nulla».
Il dubbio, che per tutto il pomeriggio serpeggia nella rete, e tra Twitter e Facebook, è che la nascita del nuovo gruppo comporti una rivoluzione dei componenti anche in giunta, dove si contano 6 Pdl, tre fedeli al Cavaliere, Caliendo, Casellati e Malan, e tre alfaniani, Augello, D’Ascola, Giovanardi. A protestare, comunque, dovrebbe essere il Pdl, anche se i tre transfughi hanno dichiarato a gran voce che Berlusconi è una vittima, Giovanardi ha parlato addirittura di una «mascalzonata ». Ma comunque la questione non esiste. Secondo il regolamento di palazzo Madama la giunta è inamovibile, non sono previste sostituzioni, né dimissioni, tranne gravissimi casi di reiterata e prolungata assenza. Tant’è che quando, di recente, il capogruppo Pdl Schifani ha chiesto al presidente del Senato Grasso di cambiare i membri della giunta, “rei” di aver dichiarato come voteranno, si è sentito rispondere che la richiesta era irricevibile proprio a norma di regolamento.
Nessun rinvio dunque, domani si vota. Buone fonti della giunta accreditano l’ipotesi che si finisca in serata. Scontato il verdetto, proposta all’aula la decadenza di Berlusconi.


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