Spiate le telefonate francesi Obama: rivediamo l’intelligence
PARIGI — Le autorità francesi sono furibonde: il ministro degli Esteri Laurent Fabius ha annunciato che «chiederà spiegazioni» al segretario di Stato americano John Kerry oggi al Quai d’Orsay, l’ambasciatore Usa è stato convocato d’urgenza, il primo ministro Jean-Marc Ayrault si è detto «profondamente scioccato», quello dell’Interno Manuel Valls ha parlato di «fatti totalmente inaccettabili».
Un’indignazione e una sorpresa dai toni talmente intensi da sembrare un po’ insinceri: davvero Parigi pensava che gli americani spiassero tutto il mondo e non i francesi? Non è che l’improvviso ed esibito sgranare gli occhi serve soprattutto a rassicurare l’opinione pubblica interna sul fatto che «i cattivi» sono solo i funzionari americani della Nsa, quando invece anche l’Eliseo con ogni probabilità sapeva? Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha comunque subito telefonato a François Hollande, affermando che le domande sulla raccolta di dati da parte dell’intelligence americana sono legittime. E ha aggiunto: stiamo riconsiderando tutto.
Ieri Le Monde ha pubblicato la sua prima inchiesta condotta in collaborazione con il giornalista americano Glenn Greenwald. Il lavoro è basato sui documenti dell’ex agente Nsa Edward Snowden, che a partire dal giugno scorso ha trasmesso ai media (cominciando dal Guardian e dal Washington Post ) le prove del colossale programma di ascolto e controllo messo a punto dagli Stati Uniti nei confronti di molti Paesi, tra i quali gli alleati Gran Bretagna e Germania.
I documenti di Snowden citati da Greenwald mostrano che su un periodo campione di 30 giorni, dal 10 dicembre 2012 all’8 gennaio 2013, la Nsa ha effettuato 70,3 milioni di registrazioni di dati telefonici prodotti dai cittadini francesi. Sotto sorveglianza si trovano persone lontanamente legate ad ambienti vicini al terrorismo internazionale, ovviamente, ma pure semplici cittadini, con una preferenza per uomini d’affari e personalità della politica o dell’amministrazione pubblica. In particolare, Le Monde denuncia il forte interesse della Nsa per i dipendenti della società franco-americana Alcatel-Lucent che si occupa, tra le altre cose, dei cavi sottomarini per il trasporto dati.
L’esperto francese di guerra elettronica, Alain Charret, si dice convinto che Parigi già fosse al corrente di essere spiata: «Da quando quest’estate è scoppiato lo scandalo Snowden — ha detto a France 24 — i ministri francesi usano solo uno speciale telefonino criptato (il Téorem messo a punto da Thalès, ndr ) per le comunicazioni sensibili». E lo stesso Le Monde ha svelato nei mesi scorsi un programma di spionaggio francese.
Stefano Montefiori
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