Siria, rapiti sette cooperanti della Croce rossa

by Sergio Segio | 14 Ottobre 2013 7:13

Loading

NON c’è più niente di intoccabile, nulla da rispettare, per chi combatte la guerra civile siriana in nome di un regime o magari nel sogno di un emirato islamico. Dopo i giornalisti, adesso tocca a chi rischia la vita per assistere i feriti: gli uomini della Croce rossa e i colleghi islamici della Mezzaluna rossa. Sette cooperanti sono stati rapiti nella zona di Saraqeb, vicino a Idlib: sei sono parte dello staff internazionale, uno è un siriano, appunto inserito nel servizio arabo del Comitato internazionale. Non si conosce la nazionalità dei sei, ma il ministero degli Esteri esclude che fra loro ci sia personale italiano.
Secondo la Sana, quattro auto della Croce rossa sono finite in un’imboscata e i sette sono stati portati via con le loro stesse auto dopo che un gruppo di «terroristi» aveva aperto il fuoco sul convoglio. L’agenzia nazionale siriana usa questo termine per indicare i ribelli al governo di Bashar el Assad. Il convoglio, dice la Croce rossa, era impegnato a portare medicinali a Sarmin e Idlib. La regione del sequestro è considerata una delle più pericolose del paese. Il team della Croce rossa era operativo in zona dal 10 ottobre, per verificare la situazione sanitaria.
Intanto i ribelli del Consiglio Nazionale siriano hanno reso noto che non intendono andare a Ginevra per partecipare alla conferenza di pace, a novembre. Secondo il presidente George Sabra, il Cns è pronto a lasciare la Coalizione nazionale siriana se l’alleanza di opposizione parteciperà ai colloqui, «perché non ci sono miglioramenti nella situazione e non c’è un ambiente adeguato per la celebrazione di Ginevra ».
I miliziani della brigata Liwa al-Tawheed al-Jonoob annunciano di aver colpito con armi antiaeree un jet militare poco lontano da Deraa, vicino al confine giordano, nel sud del paese: l’aereo però sarebbe stato in grado di atterrare all’aeroporto di Thala, vicino a Sweida. La stessa città di Deraa, secondo fonti vicine ai ribelli, sarebbe stata sabato sera al centro di un bombardamento governativo, che avrebbe causato una dozzina di vittime. A Damasco due autobomba sono esplose vicino alla sede di Al-Ikhbaria, una stazione televisiva filo-governativa, un’altra è stata segnalata poco lontano dall’albergo che ospita il personale dell’Opac, l’organizzazione che smaltisce le armi chimiche, appena premiata con il Nobel.
Nella città di Busaira, nel nord del paese, un gruppo di ribelli qaedisti ha distrutto con esplosivi il santuario sufi dello sceicco Eissa Abdelqader al-Rifaiy. Le foto distribuite dalle agenzie di stampa mostrano solo i resti delle antiche sepolture e tubi di ferro piegati dall’esplosione. È solo l’ultima tappa nella distruzione sistematica dei luoghi sacri alla corrente sufi, opposta ai salafisti di cui anche Al Qaeda è espressione. Responsabili sarebbero i jihadisti stranieri del gruppo Islamic State in Iraq and the Levant, affiliati ad Al Qaeda.

Post Views: 174

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2013/10/siria-rapiti-sette-cooperanti-della-croce-rossa/