by Sergio Segio | 30 Ottobre 2013 7:07
ROMA — Il saldo a inizio e a fine anno. Il totale dei bonifici in entrata e in uscita. Il totale degli acquisti fatti con carta di credito e delle ricariche per le carte telefoniche. E via a seguire con una serie di informazioni su dossier titoli e certificati di deposito che faranno nascere il database più completo al mondo. Entro il 31 ottobre le banche e gli altri operatori finanziari dovranno trasmettere all’anagrafe tributaria tutti i dati relativi al 2011. Le banche hanno raccolto tutti i dati richiesti anche se non tutte hanno proceduto materialmente alla loro trasmissione. Non ci dovrebbero essere ritardi, però.
Cambierà così volto quell’anagrafe che esiste dal 2006 ma che finora si limitava a raccogliere il numero dei conti correnti intestati ad ogni persona. Il salto di qualità è arrivato con il decreto legge Salva Italia voluto dal governo Monti per alzare il tiro contro l’evasione fiscale. Il prolungarsi della crisi e il cambio di governo ha forse portato un atteggiamento meno rigido su questo fronte. Ma lo strumento sarà a breve operativo, proprio mentre il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, pur sconfessato dal Pdl, torna a parlare di un nuovo intervento sul contante per aumentare la tracciabilità dei pagamenti.
Per la trasmissione dei dati viene utilizzata una rete dedicata, criptata, tracciabile e con limitate possibilità di accesso. I dati sui conti correnti degli italiani, stimati in 600 milioni, potranno essere conservati al massimo per sei anni. E saranno utilizzati per costruire i cosiddetti «elenchi di rischio», utili al Fisco per decidere dove concentrare i controlli.
Per il momento si tratta di recuperare l’arretrato: dopo la trasmissione delle tabelle relative al 2011, entro il 31 marzo dell’anno prossimo sarà la volta dei dati relativi al 2012, mentre per quelli dell’anno in corso la scadenza è stata fissata sempre nel 2014 ma al 20 aprile. Una data, quella del 20 aprile, valida in futuro per la trasmissione delle tabelle relative all’anno precedente una volta che la nuova anagrafe andrà a regime.
Assoholding, l’associazione delle holding finanziarie, chiede di attenuare i costi diretti e indiretti a carico degli intermediari: «Si tratterebbe — dice il presidente Gaetano De Vito — di superare i controlli fiscali sulle operazioni che sono oggetto di trasmissione dei dati». I controlli tradizionali, secondo De Vito, diventerebbero una sorta di duplicazione ma al momento l’ipotesi viene presa in scarsa considerazione. Sempre sul capitolo risparmio e conti correnti, sono da ricordare le novità in arrivo con la legge di Stabilità, tuttora all’esame del Parlamento. L’imposta di bollo, che pesa su tutte comunicazioni relative ai prodotti finanziari, sale dallo 0,15% di oggi allo 0,2%. Un aumento marcato, dal quale dovrebbero arrivare 900 milioni di euro, servito anche a cancellare un altro aumento, quello dell’aliquota sulle rendite finanziarie. L’ipotesi del governo era di farla salire dal 20 al 22%, ma questo passaggio è stato poi eliminato nel testo approvato in consiglio dei ministri. Non è detta l’ultima parola, però. La media europea è del 25,5%. E il governo, a caccia di nuove risorse per dare una qualche consistenza al taglio del cuneo fiscale e alleggerire la tassazione sulla casa, potrebbe tornare sui suoi passi.
Lorenzo Salvia
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