by Sergio Segio | 1 Ottobre 2013 11:44
ROMA – Sono già oltre 200 i migranti deceduti nel 2013 nel tentativo di attraversare il Mediterraneo: una persona al giorno ha perso la vita cercando di raggiungere le coste italiane e l’Europa. Numeri di una tragedia che giorno dopo giorno si fa sempre più grande, quelli forniti dalla Fondazione Migrantes dopo la notizia dei 13 immigrati morti nei pressi di Scicli, nel ragusano, giunti sulle rive siciliane su di un barcone con almeno 200 persone, secondo le prime ricostruzioni, spinti in acqua a colpi di cinghia dagli scafisti e finiti a riva senza vita. Ad assistere allo sbarco alcuni bagnanti presenti sulla spiaggia al momento dell’arrivo dell’imbarcazione. Una parte dei migranti è stata rintracciata dalle forze dell’ordine e si tratterebbe di cittadini eritrei, tra cui anche una donna incinta. Fermati dai carabinieri, due presunti scafisti.
“Le morti innocenti di migranti nel Mediterraneo – ha affermato Giancarlo Perego, direttore generale Migrantes – non possono lasciarci indifferenti, ma chiedono nuovamente di presidiare il Mediterraneo non con la finalità di presidiare i confini e soprattutto di accompagnare i migranti e richiedenti asilo”. Secondo Perego, “occorre riconoscere il lavoro fatto dalla Marina che nel 2013 ha già salvato quasi 3.500 persone in mare, accompagnandola con nuove unità che abbiano la finalità di proteggere uomini, donne e bambini in fuga da situazioni drammatiche, come il Corno d’Africa o la Siria o l’Egitto per le guerre in atto”. Tuttavia, ha aggiunto Perego, “l’Italia e l’Europa non possono non guardare con una rinnovata attenzione a forme di cooperazione internazionale decentrata anche per le persone in cammino, oltre che a favore dei Paesi di provenienza, con maggiori risorse e rinnovati progetti”.
Per padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli, è un “continuo ripetersi di tragedie evitabili”, dianzi a cui “non è più possibile rimanere indifferenti”. Secondo La Manna, “è necessario garantire canali umanitari a quanti, in fuga da conflitti e persecuzioni, sono in cerca di protezione. E’ l’unica strada percorribile per evitare che trafficanti di esseri umani continuino a mettere in pericolo vite innocenti, lucrando sulla loro disperazione”. Le 13 vittime di oggi, ha aggiunto La Manna, “si aggiungono al triste e interminabile elenco degli ultimi anni. Dinanzi a questo scenario è importante che l’Europa dei popoli, se c’è, faccia sentire la sua voce”.
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