“Renzi gioca una partita vergognosa non si fa un congresso sui detenuti”

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ROMA — Pippo Civati non è ostile a un atto di clemenza, ma solo a determinate condizioni: «Serve una discussione seria. E magari pensiamo innanzitutto a intervenire sulla Fini-Giovanardi». Il candidato alla segreteria del Pd, comunque, non gradisce la polemica sull’amnistia che ha coinvolto Matteo Renzi: «Non si può fare un congresso sui detenuti. In questo modo si sta giocando una partita politica vergognosa».
Onorevole Civati, favorevole o contrario a un atto di clemenza?
«Prima ancora che iniziassero le polemiche, ho salutato come importante l’appello di Napolitano. Il Presidente pone un problema di legalità, perché la situazione delle carceri italiane è illegale. Per questo il richiamo alla legalità che fa Renzi è sbagliato. Prendere le distanze dalle soluzioni proposte del Colle non è coraggioso, è molto facile».
Ma lei è a favore dell’amnistia e dell’indulto?
«Se si pensa alla situazione delle carceri, si capisce che su questi temi si sta giocando una partita politica vergognosa. Bisogna capire quali tipi di strumenti si scelgono. Per quali tipo di reati deve valere. E, dato da sottolineare, bisogna valutare se esiste una maggioranza parlamentare».
Secondo lei esiste?
«Secondo me no. Ai duecento parlamentari che hanno dichiarato il loro appoggio a Renzi si aggiungono i grillini e i leghisti. E i destri di ogni genere e tipo, che si sono già dichiarati contrari più o meno a qualsiasi soluzione».
Il ministro Gaetano Quagliariello ha detto che un eventuale atto di clemenza dovrebbe interessare anche Silvio Berlusconi.
«Che lo dica il più lettiano tra iministri del Pdl, l’ultra colomba Quagliariello, dimostra che la svolta storica di una settimana fa – perché di questo hanno parlato – in realtà si porta dietro molte tossine del passato».
E infatti Annamaria Cancellieri non è d’accordo con il collega di governo.
«Quagliariello smentisce Cancellieri, che è ministro come lui. Questo dimostra una cosa: o le larghe intese sono altissime e si decide di portare avanti una cosa precisa – magari un indulto più ristretto rispetto al 2006 – oppure diventa un pasticcio. E poi c’è da dire un’altra cosa».
Dica.
«In carcere finiscono soprattutto alcuni tipi di persone. Se si procede in questa direzione, si sappia che stiamo parlando di chi è in carcere per reati legati agli stupefacenti. E spesso si tratta di stranieri. Una delle leggi chiamate in causa da questa situazione è la Fini-Giovanardi. Si deve intervenire innanzitutto provando a cambiare questa legge».
Come valuta il dibattito interno al Partito democratico su materie delicate come l’amnistia e l’indulto?
«Bisogna innanzitutto evitare la demagogia. Il problema posto da Napolitano esiste da tempo e il Presidente ha fatto bene a sollevare la questione. Ora tocca alla politica individuare le soluzioni migliori per tenere assieme legalità e civiltà, che per me sono inscindibili».
Eppure lo scontro fra il ministro Zanonato e Renzi non promette nulla di buono.
«Speculare sulle divisioni per vincere il congresso non va bene. Non si può fare un congresso sui detenuti. Va bene essere disinvolti, ma non esageriamo. Io terrei un profilo più alto, francamente».


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