Ragazza rom espulsa durante una gita bufera su Valls, la “gauche” si divide

by Sergio Segio | 17 Ottobre 2013 6:37

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PARIGI — La accuse sono le stesse di qualche anno fa, quando al ministero dell’Interno c’era un uomo considerato troppo ambizioso, insensibile, che strumentalizzava a fini personali temi come immigrazione e sicurezza. Solo che adesso in place Beauvau non c’è più Nicolas Sarkozy ma Manuel Valls, icona di una nuova sinistra legge e ordine, di rottura, inviso a parte della gauche ma molto popolare nei sondaggi. Valls e Sarkozy sono arrivati a incarichi di governo giovani, si assomigliano anche un po’ fisicamente, appaiono entrambi scattanti, nervosi. Le similitudini non finiscono qui.
«Mi vergognavo molto, e ho pianto. L’unica cosa che adesso chiedo è tornare in Francia». La voce di Léonarda rischia di perseguitare a lungo Valls. La ragazza rom, 15 anni, frequentava un liceo francese, con ottimi risultati. Abitava insieme alla sua famiglia in un centro di accoglienza per richiedenti asilo a Levier, piccolo comune nell’est del paese, vicino al confine con la Svizzera. Tutto è cambiato qualche giorno fa. Con le maestre e i compagni, Léonarda era andata a fare un gita. La comitiva è stata improvvisamente fermata dalla polizia. Gli agenti hanno chiesto alla ragazza di scendere dal pullman. Lei non voleva, è scoppiata in lacrime.
Ora Léonarda Dibrani è a Mitrovica, in Kosovo. È stata caricata a forza su un aereo dalla polizia di frontiera. Il fatto è avvenuto lo scorso 9 ottobre, ma è stato reso pubblico nelle ultime ore da Réseau Education Sans Frontières, un’associazione che ha denunciato altre espulsioni nelle scuole quando governava la destra. A parti invertite, adesso è la gauche a essere sotto accusa. E Valls è difeso dagli esponenti di destra. «È stata rispettata la legge» ha commentato il ministro dell’Interno che da settimane predica la «fermezza repubblicana» con i sans papiers. Valls dice che la sicurezza «non è di destra». Ama usare frasi forti, come quando riprende una citazione di Michel Rocard: «La Francia non può accogliere tutta la miseria del mondo». È convinto che «i rom non hanno vocazione a integrarsi in Francia ». Nel caso della famiglia Dibrani sembra piuttosto il contrario. Léonarda e i suoi fratelli andavano regolarmente a scuola da tre anni, con buoni risultati. Il padre lavorava in una mensa per poveri. Secondo diverse fonti, la famiglia aveva pronto un dossier per ottenere documenti in regola. Una versione contraddetta dal ministro dell’Interno: la loro richiesta d’asilo, sostiene Valls, è stata respinta, non c’erano più ricorsi possibili.
Il ministro-sceriffo non arretra, si presenta come uno dei pochi politici che può fare argine alla scalata del Front National. E pazienza se vengono calpestati «i valori della sinistra» come ha sottolineato ieri Claude Bartolone, il socialista presidente dell’Assemblée Nationale. Il leader dell’estrema sinistra, Jean-Luc Mélenchon, ha chiesto le dimissioni di Valls che «non è degno della Repubblica ». Il ministro dell’Istruzione, Vincent Peillon, avverte:
«Non deve più accadere. Le scuole sono luoghi protetti». Il governo ha avviato un’inchiesta interna per capire chi ha dato l’ordine di prelevare la ragazza. «Se c’è stato un errore nella procedura, la ragazza potrà tornare in Francia» ha annunciato il primo ministro, Jean-Marc Ayrault. È iniziato il solito rimpallo di responsabilità tra prefetto e polizia di frontiera. Alla fine ci sarà magari un funzionario che pagherà per salvare l’onore di tutti. L’unico che per ora non parla è Hollande. Il Presidente continua a non intervenire sulla polemica, testimone silenzioso della crescente popolarità di Valls. Dal ministero dell’Interno, Sarkozy ha costruito la sua candidatura da Presidente. Tra place Beauvau e l’Eliseo ci sono solo pochi passi.

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