Palazzo Chigi mette un tetto alla Trise
ROMA — Il governo corre ai ripari, mettendo un tetto alla Trise, la nuova tassa su rifiuti e servizi che dal prossimo anno sostituirà, per le prime case, Imu e Tares. O che vi si affiancherà, per seconde e terze. La componente servizi della tassa non potrà superare il 2,5 per mille, nel caso dell’abitazione principale. Il 10,6 per mille per tutti gli altri immobili. Si evita così una stangata, specie sulle seconde case. Con un paradosso che le riguarda da vicino. Nelle grandi città da Roma a Milano, da Napoli a Bologna – dove l’Imu sulle seconde è già al massimo, ovvero al 10,6 per mille, la Tasi, la componente servizi della Trise, di fatto non si pagherà.
STRUTTURA
Il testo del ddl ancora non esiste. Dovrebbe arrivare oggi, promette il governo. In attesa, alcune schede diffuse ieri da Palazzo Chigi aiutano a dare un profilo alla nuova tassa sulla casa, la Trise. Dotata di due gambe – Tari (rifiuti) e Tasi (servizi offerti dai Comuni) – si calcola sul valore catastale, la stessa base imponibile dell’Imu. È dovuta dai proprietari. Ma se la casa è affittata, gli inquilini ne pagano un pezzetto: dal 10 al 30% della Tasi, per intero la Tari (come oggi). L’aliquota base per calcolare la Tasi è l’1 per mille, al massimo i sindaci possono spingerla al 2,5 per le prime case (nelle ultime bozze si rischiava di arrivare al 7 per mille). Mentre sulle seconde, il tetto è come detto la quota massima dell’Imu, cioè 10,6 per mille. I Comuni avranno dallo Stato un miliardo di compensazione, così che il gettito finale non si discosti dai 4 miliardi assicurati dall’Imu prima casa.
PRIMA CASA
Con l’aliquota base all’1 per mille, la Trise costerà meno dell’Imu pagata nel 2012 (l’aliquota qui era al 4 per mille): in media, 366 euro contro 450. Risparmio: 84 euro. L’ipotesi – elaborata dalla Uil, Servizio politiche territoriali riguarda un appartamento di 100 metri quadri, cinque vani, abitato
da una famiglia con due figli.
CASA AFFITTATA
Ben altre sono le cifre se la casa viene affittata. Nell’esempio della Uil (il proprietario sceglie la cedolare secca e il canone è concordato), il prossimo anno il proprietario pagherà 2.251 euro tra Imu (si tratta di una seconda casa), Tasi (la parte servizi della Trise) e cedolare secca. Con un aggravio di 87 euro rispetto a quest’anno, ma un risparmio di 274 sul 2012, dovuto all’aliquota più bassa della cedolare. L’inquilino invece pagherà i rifiuti (257 euro, come quest’anno) a cui sommare i 22 euro per la sua parte di Tasi.
CASA SFITTA
La seconda casa lasciata a disposizione – perché casa delle vacanze o semplicemente non affittata – subirà un aggravio di 199 euro rispetto a quest’anno e 362 euro sul 2012. Versando 1.388 euro tra Imu, Trise ed Irpef, qualora come sembra – il governo decidesse di ripristinare l’Irpef fondiaria sulle case sfitte.
ECOBONUS
La buona notizia è che gli sconti per le ristrutturazioni edilizie e il risparmio energetico sono prorogati per tutto il triennio (tetto a 96 mila euro). Le detrazioni rimangono al 65% per gli ecobonus nel 2014, scendono al 50% nel 2015 e 2016. Così per le ristrutturazioni, con sgravi al 50% nel 2014 e al 40% nel biennio. Prorogata anche la detrazione al 50% della spesa per mobili ed elettrodomestici di classe A, il cui tetto rimane a 10 mila euro.
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